Una piccola stanza, mixer, microfoni, piatti e tanta passione. Sono gli ingredienti alla base delle radio private che dagli anni ’70 fino ai primi anni ’90 animarono anche il nostro territorio. Si trattò spesso di esperienze amatoriali, ma in grado di coinvolgere tanti appassionati di musica e creare un pubblico di tutto rispetto. Con la serie Quando facevamo la radio (appuntamento domenicale) vogliamo riscoprire quegli anni di impegno nel settore musicale che per alcuni si tramutò poi in un vero e proprio lavoro.
TELE RADIO SAN SALVO – Un locale di 7 metri quadri e un gruppo affiatato di amici. Così nacque Tele Radio San Salvo, l’ultima esperienza radiofonica della città che raggiunse l’apice a cavallo tra il 1985 e il 1988. A metterla in piedi fu Domenico Di Fabio all’inizio di via Ripalta (nel locale che oggi ospita la cartolibreria) in un piccolo spazio ricavato dietro l’autosalone, attività principale del proprietario insieme all’officina meccanica. Lo staff era composto da Enzo Toma, Francesco De Santis, Vitale Onofrillo, Nicky Jay (Nicola Fanghella), Virginio Di Pierro e Roby.
Anni di transizione, durante i quali chi faceva la radio nel panorama nazionale per la prima volta si affacciava in video: Linus, Jerry Scotti, Jovanotti, Amadeus e tanti altri che passarono per Dj Television, programma di Italia 1 che andava in onda alle 14, accompagnato a MTv che rivoluzionò il settore della musica, facendo conoscere al grande pubblico i primi video musicali.
IL BELLO DELLA DIRETTA – “Eravamo fan di questi programmi tv – racconta oggi Virginio Di Pierro – per la prima volta vedevamo in faccia i dj. Anche il proprietario della radio aveva questa passione e mise un ripetitore sul tetto sulla sua rivendita Lancia e Auto Bianchi. Il primo ad andare in radio fu Francesco De Santis; è stato lui a invitare tutti noi, così arrivammo io ed Enzo Toma e poi gli altri. Ognuno di noi aveva le proprie peculiarità. Francesco ad esempio trasmetteva tutte le mattine e si occupava di oroscopo e musica per le signore. Io trasmettevo musica italiana soprattutto di cantautori: Battisti, De Gregori, Vecchioni, Renato Zero ecc. Vitale Onofrillo mixava, era molto bravo, e proponeva musica da discoteca, Enzo aveva un programma di musica italiana più popolare e Nicky musica pop internazionale”.
Nonostante l’impegno, l’esperienza di Tele Radio San Salvo restò sempre di livello amatoriale: “Non prendevamo una lira. Molti dischi li compravamo noi per soddisfare le richieste degli ascoltatori, ma lo facevamo con piacere. Eravamo molto amici, un bel gruppo”.
Tra i ricordi più che gettonati c’è sicuramente quello del quiz natalizio. “Il programma di più successo era quello della vigilia di Natale: andavamo per negozi a chiedere dei regali per i vincitori del quiz. Era un successone, il telefono bolliva e dava vita a divertenti siparietti. Avevamo, infatti, un solo telefono per officina e radio. Il programma era in diretta e spesso accadeva che qualcuno chiamava e… ‘Allora passiamo alla prossima telefonata’ e dall’altro capo ‘Ci sta Dumenich?’. Queste telefonate rimasero alla storia. Per fare la diretta c’era una specie di accrocco da mettere vicino alla cornetta”.
Epoca diversa, durante la quale la radio era soprattutto uno strumento di condivisione delle proprie passioni: “Domenico era contento perché la gente ci seguiva, magari era disperato durante il quiz, perché il telefono era sempre occupato. Non avevamo Facebook e l’unica cosa che si poteva fare era condividere la musica che ci piaceva. Era un bel giocattolo che poi si è rotto perché non c’è stato un ricambio generazionale a differenza di quanto accaduto con noi che raccogliemmo l’eredità di Radio San Salvo. È stato un periodo molto bello della nostra vita”
PASSIONE CHE CONTINUA – Le vicissitudini della vita hanno poi portato i membri della radio a intraprendere altre strade, molte delle quali lontane da San Salvo. Nicola Fanghella, in arte Nicky Jay, oggi vive in Spagna e a distanza di anni ricorda ancora con piacere quegli anni anche perché ha continuato a coltivare la passione per la musica.
“Purtroppo non c’era possibilità di guadagnare – ricorda – per questo subentrando altre priorità abbiamo lasciato chi per un motivo chi per un altro. Da quello che so, è andato un po’ avanti con i nastri, ma era solo un costo. Io mi occupavo di musica leggera, quella che in alcuni ambienti oggi si chiama Easy listening, musica di importazione. Non avevamo abbonamenti o acquisti periodici, i dischi che aveva la radio erano stati ereditati dalle precedenti esperienze. Me la cavavo ascoltando radio internazionali e riproponendo alcuni brani. Conducevo da solo nel pomeriggio; altre volte, invece, ero in coppia con Francesco”.
Il raggio d’azione si estendeva a San Salvo, Cupello, Vasto, Montenero di Bisaccia. E in queste località i provetti dj cercavano anche fondi per la radio: “Andavamo in giro per cercare pubblicità con fortune alterne. Il pubblico all’epoca partecipava con richieste e dediche. Tra noi c’era una specie di competizione molto amichevole a base di musica per attirare maggiormente l’attenzione del pubblico. Francesco mi prendeva in giro perché mandavo in onda i Duran Duran per i quali andavano pazze le ragazzine dell’epoca”.
Nicola è uno dei pochi del gruppo ad aver proseguito nel campo musicale seppur sempre come semplice passione: “Vicino Barcellona ho fatto il dj per una radio per 4 anni. Conoscevo lo spagnolo e conducevo un programma nel fine settimana con la partecipazione del pubblico. Ancora oggi, poi, con qualche amico faccio serate in discoteca come dj, oppure durante le feste”.
L’OROSCOPO FALSATO – Artefice del coinvolgimento degli altri amici è stato Francesco De Santis che oggi vive a Roma. Il suo programma andava in onda la mattina, intratteneva soprattutto un pubblico femminile, oltre alla musica trasmetteva l’oroscopo e a distanza di 30 anni… ci svela un segreto: “Siccome non eravamo retribuiti, spesso poteva accadere di non avere i soldi per comprare il quotidiano del giorno con l’oroscopo (di solito Il Messaggero), così andavo a ripescare qualche giornale vecchio. Qualcuno magari non ha ricevuto la giusta indicazione per la settimana… insomma ci si ingegnava anche in questo modo. Per quanto riguarda la musica, passavo molto i cantanti napoletani come Nino D’Angelo”.
Oltre al quiz natalizio, Francesco ricorda la maratona di fine anno quando “facevamo una super-classifica, del tipo ‘I 100 brani dell’anno’, un programma che durava tantissimo, anche 6 ore che ci dividevamo in turni. Ricordo inoltre la colletta per il disco-lancio: era un modo per trasmettere la novità del momento e avere musica nuova da programmare. Non c’erano filtri e così la telefonata per il meccanico divenne presto un classico; persone che parlavano solo in stretto dialetto e andavano in diretta loro malgrado. Nel fine settimana, inoltre, creavamo delle coppie per un programma di intrattenimento, Sabato italiano. Nei periodi durante i quali non c’era nessuno in studio usavamo grandi bobine (simili a quelle cinematografiche) sulle quali si potevano registrare fino a 6-7 ore di musica. Il problema è che dovevamo registrarle prima e non sempre c’era il tempo, quindi spesso andava sempre la stessa bobina”.
La passione di Francesco non si fermava alla radio, ma continuò anche con l’impegno nella compagnia di teatro sperimentale sansalvese. Esperienze, queste, che ha cercato di portare avanti anche nella capitale: “Ho avuto alcune esperienze da doppiatore e attore in alcune produzioni televisive (Incantesimo, Un medico in famiglia ecc.), ma ora mi sono fermato, ho appeso la voce al chiodo“.
Un’esperienza, quella di Tele Radio San Salvo abbastanza fugace, ma che resterà indelebile nei ricordi di chi trasmetteva e di chi si trovava dall’altra parte: “Ricordo un bell’ambiente – conclude Nicky Jay – ci si divertiva molto. Nonostante fosse un hobby, l’abbiamo vissuta molto seriamente, come un lavoro. Si iniziava e terminava sempre all’ora stabilita“.
Foto di copertina di Gino Bracciale
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