È stato un padre per tantissimi giovani di San Salvo e non solo e oggi quei tanti figli si sono raccolti per dargli l’ultimo saluto. “Quanti perché? ci hanno circondato in questi giorni”. Sono le parole di don Raimondo Artese che oggi ha celebrato i funerali, in una piazza San Vitale gremita, di Eugenio Di Petta, storico fondatore del gruppo scout sansalvese, scomparso a 45 anni dopo essere stato colpito da un’aneurisma a fine settembre.
Si dice che un genitore non dovrebbe sopravvivere ai propri figli. Don Raimondo era quello spirituale di Eugenio e oggi ha avuto un compito non facile, “L’ho conosciuto da bambino – ha detto – Tutto mi sarei aspettato, tranne che trovarmi qui oggi. Non è facile parlare, ma il Signore vuol farci vivere questa eucarestia non con dololore bensì con la consapevolezza che la vita è un passaggio. Oggi dobbiamo dirgli grazie per averci donato Eugenio”.
Voce rotta, quella del sacerdote, che più volte ha tracciato il parallelo, “la Parola di oggi, la lettera di San Paolo, è un po’ il testamento di Eugenio. Non è sempre tutto andato bene proprio come San Paolo con chi aveva accanto, ma una cosa resterà: la dedizione di Eugenio verso i suoi gruppi, i suoi figli, sua moglie resterà un segno tangibile di come il Signore fosse presente nella sua vita e potesse darne testimonianza a tutti noi”.
Poi, la risposta alla domanda iniziale, “Il Signore chiama a vivere la propria vita come dono. Questo dono va colto come un’opportunità, il tempo è oggi, non domani. La strada va condivisa con gli altri anche se pesante e in salita: è questa strada che ci porterà a vivere la vita vera. Grazie al signore per avercelo donato; da oggi ripartiamo con più entusiasmo su questa strada”. Infine: “In questi giorni abbiamo tanto insistito per riaverlo com’era, il Signore ha deciso diversamente. Come Giobbe ti dico: Tu hai dato Signore, Tu hai tolto“.
Sul feretro sono stati posti gli scarponi, lo zaino e la chitarra, guida e gioia per tante generazioni di sansalvesi. “Sei stato e continuerai a essere il nostro punto di riferimento, buona strada Eugenio“, l’estremo saluto dei suoi lupetti.
Foto redazione zonalocale