Devono difendersi dall’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso le 11 persone a giudizio dinanzi al Tribunale collegiale di Vasto. Secondo l’accusa, reperivano decine di automobili su internet e le pagavano con assegni falsificati o emessi a vuoto.
Il collegio composto dal presidente, Bruno Giangiacomo, e dai giudici a latere Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale, è chiamato a giudicare gli imputati Antonio Manca, Sante Bevilacqua, Davide Silano, Moreno Consorte, Paolo Zinni, Marco Bevilacqua, Roberto Marinucci, Rocco Di Lello, Carmine Bevilacqua, Angelo Kosta e Tiziano Fulvio.
Sono complessivamente 33 i testimoni chiamati a deporre, 21 dei quali nella lunga udienza di due giorni fa, quando la pubblica accusa era rappresentata in aula dal pm Gabriella De Lucia, la difesa dagli avvocati Angela Pennetta, Raffaele Giacomucci e Nico Tariddi. L’udienza è stata poi rinviata al 24 gennaio 2017.
L’inchiesta fu condotta dagli agenti del Commissariato di Vasto, che il 30 dicembre 2011 fecero scattare le prime cinque denunce.
La truffa – Secondo gli inquirenti, il primo contatto avveniva tramite l’iniziale scambio di informazioni attraverso un paio di siti internet, destinati alla promozione di offerte di vetture, anche di grossa cilindrata e di valore economico non indifferente. Il venerdì pomeriggio la cessione dell’auto si concretizzava col pagamento in assegni circolari solo apparentemente validi, ma in realtà clonati attraverso sofisticate tecniche di contraffazione. All’appuntamento con il venditore si presentavano generalmente in tre, l’acquirente e due soggetti che si qualificavano uno come il suocero e l’altro come un altro congiunto. Solo all’inizio della settimana successiva, alla riapertura delle banche, le vittime, abruzzesi e molisane, costatavano il falso pagamento e il raggiro subito. Due vetture stavano già viaggiando verso il Nord Europa, ma furono bloccate prima dell’arrivo a destinazione in Austria e Germania. Le macchine, sottoposte a sequestro preventivo, furono poi restituite ai legittimi proprietari.