Mario Olivieri, consigliere regionale del Movimento civico abruzzese. Lei e gli assessori Gerosolimo e Di Matteo avete scritto una lettera di fuoco al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Perché siete sul piede di guerra?
Abbiamo scritto a D’Alfonso una lettera dura che non riguarda solo la sanità, ma il suo modo di operare: decide tutto da solo, non ci considera. Nello specifico, riguardo alla sanità, prima dovevamo sottostare alle direttive del commissario straordinario. Ora che è finito il commissariamento, rivendico il mio ruolo di presidente della commissione. D’Alfonso non può prendere le decisioni da solo. E pensate che non sono stato neanche invitato al Consiglio comunale straordinario sulla sanità, che si è tenuto a Vasto il 12 settembre scorso.
Cosa chiede a D’Alfonso e al governo regionale?
Se ci vengono riconosciute le prerogative della maggioranza, bene. Altrimenti voterò valutando di volta in volta in base agli argomenti in discussione e ai provvedimenti che approderanno in Aula. Nella sanità, la priorità è l’ospedale di Vasto, poi si possono fare anche le altre strutture, ma la priorità resta Vasto. Entro la fine della consiliatura vanno quanto meno avviati i lavori. E poi che fine hanno fatto le altre promesse: la variante alla statale 16 e gli interventi al porto di Punta Penna? In questi due anni e mezzo, le cifre di bilancio sono state destinate tutte da Ortona in su. Possibile che per Vasto non debba esserci niente?
Quindi mani libere in Consiglio regionale?
Voterò secondo coscienza. In Regione siamo il secondo partito dopo il Pd. Alle elezioni comunali di Vasto ci hanno tenuto fuori dal ballottaggio e, nonostante tutto, ho scelto di votare Menna.
Tre dissidenti possono aprire una crisi politica in Consiglio regionale. E’ un’ipotesi reale?
Si potrebbe anche arrivare a una crisi. Personalmente non mi serve niente. Posso anche andarmene a casa, ma non con la nomea di non aver fatto niente per il Vastese.