Come gestire l’emergenza, prima, durante e dopo un evento calamitoso? A questa domanda hanno risposto questa mattina, dopo l’incontro sulla sicurezza stradale (qui l’articolo), i volontari della protezione civile, dell’associazione vigili del fuoco in congedo e dei carabinieri intervenuti al Safety Day 2016 di Nsg Group-Pilkington. Presenti per l’occasione, il funzionario di protezione civile del Molise, Angelo Del Gesso, Angiolino Laviola, presidente dell’associazione di protezione civile di Montenero di Bisaccia e Marco Borrelli della stessa associazione, Elvio Santamaria, Nicolina Mainardi e Giuseppe Castagna dell’associazione vigili del fuoco in congedo (Comitato regionale del Molise), Tiziana Di Mario e Nicole Montelli dell’associazione nazionale carabinieri (presente all’incontro anche il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia carabinieri di Vasto), e Saverio Di Fiore e Paolo Mariani dell’associazione Valtrigno di San Salvo.
Dopo il saluto del presidente Pilkington Graziano Marcovecchio, che ha ringraziato i volontari, “un altro spaccato della buona Italia”, ricordando il terremoto in centro Italia del 24 agosto scorso, per i quali anche in azienda è stata attivata una raccolta fondi, con i lavoratori che hanno devoluto per le vittime del terremoto delle ore lavoro.
Dopo l’introduzione di Angiolino Laviola, è stato Angelo Del Gesso ad entrare nel vivo della relazione, sottolineando come danni e morti da alluvioni e terremoti non siano provocati dagli stessi eventi calamitosi, ma dalla mano dell’uomo che evidentemente interviene sulla natura in termini non corretti: “Non è il terremoto che provoca morti, è l’uomo che costruisce male in zone ad elevato rischio sismico. Dopo i tragici eventi di San Giuliano di Puglia, chi si poteva aspettare di nuovo che una scuola crollasse? Eppure è successo ancora, il 24 agosto. Eppure le scuole dovrebbero essere costruite secondo rigide regole antisismiche e se crollano è evidente che la colpa è dell’uomo che non le ha costruite come avrebbe dovuto”. Nelle parole del funzionario della protezione civile, poi, l’illustrazione della nascita e delle caratteristiche di quel “sistema complesso” in cui sono inseriti i volontari della protezione civile con compiti di “informazione, conoscenza e protezione”. Cinque le azioni principali a cui i volontari sono chiamati: previsione, prevenzione, esercitazione, soccorso e superamento dell’emergenza. Come spiegato dallo stesso funzionario, in particolare sul primo punto, i terremoti non si possono prevedere, quindi per “previsione” si intende la previsione degli effetti e delle probabilità che un evento calamitoso si verifichi. Diversa la situazione per quanto riguarda le alluvioni, il cui andamento può essere monitorato e quindi la fase di “allarme” di solito è preceduta da una fase di “attenzione” durante la quale l’allerta è già attiva, prima che si scateni la fase critica.
Dai rappresentanti dell’associazione vigili del fuoco in congedo, invece, le “regole” per gestire l’emergenza nel migliore dei modi. Tante le raccomandazioni da seguire prima, durante e dopo un evento calamitoso come terremoto o alluvione. Prima che l’emergenza si verifichi, i cittadini dovrebbero informarsi sui rischi del proprio territorio, conoscere i piani di emergenza e luoghi delle strutture più sicuri dove poter attendere i soccorsi. Solo così, in caso di emergenza, si può agire nel migliore dei modi. Durante l’emergenza, invece, in caso di terremoto, rimanere al sicuro nel vano di una porta o nei pressi di un muro portante, magari al riparo sotto un tavolo (se resistente) ed evitare l’uso di scale o ascensori. Appena possibile raggiungere luoghi all’aperto, ma non sostare nelle vicinanze di edifici, ponti, spiagge o laghi. Indicazioni “generiche” che naturalmente vanno applicate in base alle “valutazioni visive” del caso: “Purtroppo non ci sono regole fisse che vadano bene per ogni occasione, occorre valutare al momento”. Immediatamente dopo l’evento calamitoso, però, sicuramente è sconsigliato intasare le linee telefoniche, il traffico su strada che potrebbe ostacolare gli aiuti, o mettersi in giro a curiosare. Specifiche a parte per le alluvioni, per le quali i luoghi più sicuri sono considerati i piani alti. Dopo un’alluvione non utilizzare l’acqua di casa da bere, se non dopo controlli di potabilità. Così come è sconsigliato utilizzare elettrodomestici, prima della verifica da parte di un tecnico.
Insomma, tante le indicazioni (qui riportate a titolo esemplificativo in maniera parziale) emerse durante l’incontro che ha chiuso la mattinata del Safety Day 2016.