Sono ormai passati diversi giorni dal Fertility Day indetto, lo scorso 22 settembre, dal Ministero della Salute per esortare gli italiani a procreare. Mi piacerebbe sapere se la campagna di “sensibilizzazione”, pagata con i soldi degli italiani, è andata a buon fine.
Slogan come: “La fertilità è un bene comune” (l’utero come monopolio di Stato?, ndr), “Datti una mossa! Non aspettare la cicogna”, “La bellezza non ha età. La fertilità sì”, “Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi” (con tanto di foto di una coppia che si rotola sotto le lenzuola) hanno provocato la rivolta dell’opinione pubblica, che sul web è insorta a suon di tweet, post e video satirici.
Eh, sì… perché il Ministero della Salute l’ha fatta davvero grossa! Il Fertility Day, infatti, è stato un insulto a tantissime persone, soprattutto a chi vorrebbe, ma non riesce a sfornare pargoli, spesso anche perché lo Stato non glielo permette.
Come ha reagito la ministra Beatrice Lorenzin alla rivolta degli italiani? È presto detto. In un tweet la Lorenzin ha scritto: “La campagna non è piaciuta? Ne facciamo una nuova”. E qui bisogna sottolineare che la toppa è stata peggio, molto peggio del buco.
In seguito alla prima vergognosa campagna di sensibilizzazione, altri ministri, in altri Paesi, si sarebbero dimessi, invece la nostra ministra della Salute, ritrovatasi tale con un diploma di Liceo Classico, ha rilanciato… e nel peggiore dei modi!
Dopo la prima débâcle del Fertility Day, infatti, la seconda campagna sarà ricordata per i suoi connotati razzisti a causa dell’opuscolo sugli “Stili di vita corretti” attraverso la cui copertina il Ministero della Salute ha invitato a frequentare giovani “ariani” (ragazzi bianchi bellissimi, biondi e sorridenti in riva al mare) e ad abbandonare le cattive compagnie (ragazzi neri brutti, sporchi e cattivi che si sballano).
Ma questo è solo un primo aspetto della rocambolesca vicenda, perché va anche sottolineato che le due immagini scelte per indicare i due stili di vita, quello corretto e quello sbagliato, sono state prese, rispettivamente, dalla pubblicità di impianti dentali Penn Hill e da una campagna per uscire dalla dipendenza dalle droghe di Narconon, programma di riabilitazione di Scientology (sì, avete letto bene: Scientology!).
“In Italia ci sono centinaia di grafici di talento, di pubblicitari capaci – ha commentato amaramente Roberto Saviano – e il Governo affida una comunicazione tanto delicata a queste scelte miserabili. Guardate la grafica fascista, era terribile e razzista, ma almeno era di qualità altissima. Ci sono rimaste solo idee ottuse e oscurantiste. Niente più ricerca né qualità. Che sconforto”.
E la creatività che fine ha fatto? Dobbiamo davvero convincerci di ciò che sostiene il Ministero capitanato dalla Lorenzin, cioè che il modo migliore che abbiamo per essere creativi è rotolarci sotto le lenzuola e procreare?