Medico, musicista, amico, uomo. Così due anni e mezzo fa veniva descritto Angelo Canelli nel lancio del progetto Mille voci per Angelo Canelli [LEGGI]. E proprio esplorando queste diverse dimensioni di un’unica persona è stato Canelli è stato raccontato alle tantissime persone che hanno riempito la multisala Del Corso di Vasto per l’anteprima nazionale di Asgard. Un bel docufilm scritto da Silvio Laccetti, diretto da Simone D’Angelo, con la fotografia di Costanzo D’Angelo, prodotto da Corto Factory Image e Occhiomagico con il prezioso sostegno dell’associazione culturale Angel’s Eyes e dell’Angelo Canelli Jazz Club.
Un racconto intenso, fatto di parole, immagini e musica. La sua musica, quella che raccontava la sua anima innamorata del jazz e di New Orleans, quella che lo portava a “vivere ad una velocità frenetica, come se avesse fretta di concludere le cose”. E le sue parole, quelle che appuntava sui quaderni di appunti e che sono state interpretate per il docufilm da Vincenzo La Verghetta. Il team di lavoro è stato impegnato in due anni di studio, ricerche, incontri, interviste, testimonianze raccolte, per raccontare Canelli attraverso le “mille voci” di chi ha condiviso un pezzo di strada con lui. I genitori, la sorella, le sue prime insegnanti, gli amici di una vita, i colleghi musicisti, quelli con cui ha suonato per poche volte e quelli con cui ha condiviso decine di prove e concerti. Dai racconti si capisce bene come, nelle sue giornate “di 72 ore”, Angelo Canelli impegnasse se stesso al massimo in ogni cosa. Con un camice bianco addosso, davanti alla tastiera di un pianoforte o insieme agli amici trasmetteva passione e vitalità. “La medicina guarisce i mali del corpo, la musica quelli dell’anima”, scriveva lui.
La proiezione di Asgard, dal titolo di uno dei suoi brani, è stata intensa, emozionante, a tratti commovente tanto da suscitare i sinceri applausi del pubblico. Chi lo conosceva ha rivissuto le sensazioni di tanti momenti vissuti assieme. La visione del docuflim è stata però anche l’occasione per tante persone di scoprire chi era Angelo Canelli. E dopo i titoli di coda restano in mente tanti pensieri e la chiara sensazione che dieci anni fa Vasto e il mondo della musica hanno perso uno dei suoi figli più preziosi.
Ci restano la sua musica, i suoi scritti, i suoi ricordi che vanno custoditi e fatti conoscere, così come il docuflim ha ben fatto. Dopo due anni di lavoro era tanta l’emozione sul palco di Silvio Laccetti, Simone D’Angelo ed Elisena Canelli, sorella di Angelo, nel presentare al pubblico questo lavoro. Ora, nelle loro intenzioni c’è la diffusione del docufilm per continuare a raccontare attraverso le “mille voci” la storia di Angelo Canelli.