L’occasione è stata la conferenza stampa sulla questione urbanistica (qui il servizio), la scintilla che ha scatenato la polemica politica, la definizione di “vacanzieri romani”, affibiata dal primo cittadino di Vasto, Francesco Menna, ai parlamentari vastesi.
Dalle rispettive pagine Facebook dei rappresentanti vastesi in Parlamento, la replica al sindaco: “Si può condividere o meno il mio lavoro politico, ci mancherebbe, – ha scritto il senatore del M5S Gianluca Castaldi – ma null’altro è permesso, ancor di più a chi milita nel Partito Democratico, noto a tutti per le sue azioni in Parlamento, sia riguardanti la devastazione dei diritti, sia nella salvaguardia di interessi lobbisti della peggior specie […]. Non reputo necessario andare in Procure per capire se una delega sia da tenere o meno, è una questione semplice da capire. Se ho un parente che vende gelati, negli anni in cui amministro, quel parente non tratterà gelati con il pubblico. Soprattutto se chi regge ‘il cono’ dovessi essere io. Per lo staff, idem. Il mio collaboratore è stato scelto per merito e curriculum quando nemmeno sapevo chi fosse, avendolo incontrato una sola volta. Il suo curriculum parla da solo. Non ha ristoranti, non ha nomine politiche nei trasporti pagate dai cittadini, non è consigliere comunale. Insomma, non ha introiti multipli a carico della collettività. Nello staff sindacale non è così. Mi fermo qui perchè Francesco lo ricordo come un ragazzo speciale e Rita una donna con cui spesso mi sono abbracciato con affetto. Ma qui non si parla di persone, ma di amministrare la cosa pubblica, detto che ha stravinto le primarie”.
Amaro il commento di Maria Amato: “Sono stata presente al suo insediamento. Non ho detto mezza parola su Vasto. Non posso impedire a nessuno di esprimere pensieri propri, che pure sollevano questioni politiche importanti. Non si fa un direttivo a Vasto da prima delle primarie. Ho espresso le mie opinioni sulla sanità che molti, che pure sono e votano il partito democratico, condividono. Mi verrebbe da ricordare a chi in questi giorni mi fa il promemoria della mia “candidatura perdente” alle primarie che sì, lo so, ma su chi ha voluto la mia candidatura perdente ha sbagliato mentore, è stato Marco Rapino, segretario regionale, a meno che io non me lo sia sognato. Magari facciamolo un incontro”.