Dove non ha potuto la frana riescono i freni della burocrazia. Il rischio per il diritto allo studio di tutti è sempre dietro l’angolo nell’Alto Vastese. Dopo il caso delle scuole di Celenza e Torrebruna risoltosi in extremis [LEGGI], l’incertezza torna a far visita a Fraine (comune attualmente commissariato, LEGGI). Il nucleo della protezione civile Valtrigno che si occupa del trasporto di nove alunni da Fraine a Castiglione Messer Marino aggirando la frana sulla Sp 162 potrà infatti andare avanti ancora per pochissimo tempo senza i fondi annunciati, poi chi vivrà vedrà.
LA FRANA – Tutto è iniziato il 19 marzo 2015, quando un’impressionante frana cancellò un largo tratto della Sp 162 che collega Castiglione Messer Marino a Fraine [LEGGI]. I residenti del piccolo Comune la usavano per tanti motivi, tra questi per raggiungere la scuola. Per chi decise di terminare il ciclo scolastico lì (altri preferirono spostarsi a Roccaspinalveti), i due Comuni sistemarono una strada interpoderale e la protezione civile mise a disposizione mezzi (due pick up) e uomini per il trasporto dei piccoli alunni.
L’ACCORDO CON LA REGIONE – Nel febbraio 2016 grazie anche all’interessamento del Comune di Castiglione, si arrivò a un accordo con la Regione per un rimborso spese nei confronti del gruppo di volontari. “Incontrammo in diverse occasioni sia Mario Mazzocca che Camillo D’Alessandro – spiega a zonalocale.it l’assessore Enzo Fangio – Grazie alla loro disponibilità nel febbraio 2016 si arrivò a una delibera che metteva a disposizione della protezione civile 10mila euro. Entrambi riconobbero l’importanza della questione considerando che c’era da assicurare il diritto allo studio di questi bambini”. Da allora dei soldi pattuiti non si è visto un centesimo.
“Le spese per la benzina – continua Fangio – per la manutenzione, per gli autisti ecc. sono state anticipate di tasca propria dai volontari, qualcosa anche dal Comune. Oggi non possono più e questo servizio fondamentale è a rischio, anche perché i fornitori (ad esempio i benzinai) non fanno più credito. Da allora contatto personalmente la Regione una volta al mese, ma la situazione non si è sbloccata; da quello che ho capito, la pratica, nonostante ci sia una delibera approvata, rimbalza da un ufficio all’altro. Nel frattempo un anno scolastico è terminato e un altro è iniziato”.
L’AUTOBUS RIVENDUTO – È ancora più chiaro il responsabile del nucleo di protezione civile, il diacono Mario Lungo: “La storia è presto detta: due auto per sei viaggi al giorno, due autisti, benzina e spese di manutenzione non sono più sostenibili senza soldi“.
In vista del nuovo anno scolastico, l’associazione di volontariato aveva anche acquistato un pulmino: “Lo avevamo trovato all’asta, un vero affare: 8mila euro. L’abbiamo dovuto rivendere per far fronte a queste spese, considerato che la somma della delibera non viene stanziata”.
Quanto potrà resistere il servizio? “Pochissimo, al massimo i benzinai ci faranno credito fino a fine mese. Non ho parole. Sono un missionario, sono arrivato qui 20 anni fa, questo è un servizio per evitare che le famiglie lascino i nostri paesi, invece dall’altra parte c’è solo silenzio”.