“Questa manifestazione nasce 24 anni grazie a una piccola associazione di cui facevo parte, Gli amici di Kurtz, e poi è proseguita con l’Arci. Con una manciata di appassionati musica, io all’epoca avevo un negozio di dischi, abbiamo ideato una manifestazione con lo scopo di portare a Vasto pezzi di storia della musica folk-rock, soprattutto degli anni Settanta. L’abbiamo chiamato New Acoustic Music Festival perché, nonostante fossero protagonisti artisti già affermati in quegli anni, stavano sperimentando e proponendo nuove sonorità”.
Così Lino Salvatorelli, ripercorre la storia di un festival musicale che si è andato via via affermando nel panorama nazionale, trovando sempre maggiori riscontri tra appassionati e “specialisti”: “Abbiamo avuto davvero artisti che hanno rappresentato un caratteristico elemento di novità, da Hans Martin, nella prima edizione, a Mick Harvey, nel 2015, passando per artisti come John Renbourn, Holly Penfield, Steve Tilston, Peter Hammill e Stuart Gordon e tanti altri, spaziando tra vari generi musicali, dal jazz alla musica etnica. In sostanza si tratta di una sorta di laboratorio aperto”.
Per quanto riguarda il prossimo traguardo dei 25 anni del Festival, Salvatorelli sta pensando a un evento di particolare rilevanza: “Vorremmo cercare di ricontattare i nostri contatti in Italia, visto che lavoriamo attraverso agenzie ma anche attraverso appassionati, per tentare di fare una piccola sintesi di tutti questi anni”. Per l’occasione, potrebbe tornare anche l’appuntamento invernale: “All’inizio i concerti si tenevano al Teatro Rossetti nel periodo invernale, poi abbiamo dovuto spostare la manifestazione in estate, perché i finanziamenti alla Cultura sono stati via via ridotti e abbiamo dovuto inserirla nel cartellone estivo, dove almeno rimane un piccolo contributo dell’Assessorato al Turismo. Per il resto sono investimenti dell’associazione e introiti relativi ai concerti a pagamento. Certo, la location dei Giardini napoletani di Palazzo d’Avalos è una splendida cornice e va benissimo, nulla toglie però che si possa pensare di ritornare agli appuntamenti invernali al Teatro Rossetti o immaginare un doppio appuntamento, in entrambe le stagioni”.
D’altra parte, come ricorda lo stesso Salvatorelli, nonostante il più delle volte le proposte risultino “di nicchia” rispetto al grande pubblico, i riscontri non sono mancati e non mancano: “Il NAM è spesso citato nelle riviste specializzate e nelle pagine web degli artisti internazionali. Inoltre i musicisti rimangono regolarmente affascinati da Vasto, soprattutto gli inglesi, che quando si rendono conto di venire a suonare nella città che ha dato i natali ai Rossetti si entusiasmano molto, visto che a Londra c’è un movimento musicale di folk-rock molto influente dedicato ai preraffaelliti. Insomma, questo festival ci regala sempre grandi soddisfazioni e continua a rappresentare una bellissima esperienza”.
Per quanto riguarda l’edizione 2016, si comincia questa sera con il percussionista Lino Capra Vaccina.
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