Quando la Terra torna a tremare, immediatamente tornano agli onori della cronaca, terminologie e parole spesse abusate o mal utilizzate, pronte a generare false speranze o inutili leggende. Distinguiamo innanzitutto la differenza tra sequenza sismica e sciame sismico, entrambe oggetto di grandi studi ed approfondimenti della comunità scientifica.
La sequenza sismica indica un insieme ampio di eventi sismici in termini spaziali e temporali, lo sciame è una specifica caratterizzazione della sequenza determinata da molti terremoti di varie intensità ed irregolare distribuzione temporale.
Ogni anno vengono monitorate decine di sequenze sismiche, di piccola o grande durata nel tempo, il termine sciame sismico che fu introdotto dai giapponesi negli anni 60, con il termine di seismic swarm si concentra maggiormente sulla caratteristica di essere un nutrito gruppo di scosse varie e diverse tra loro (“uno sciame sismico è una concentrazione –cluster- di terremoti in cui non c’è un singolo terremoto di magnitudo predominante” Utsu 2002) che non inizia con il terremoto più forte.
Detto ciò, lo sciame, effettivamente scarica l’energia di un terremoto, o peggio ancora ne prepara uno di maggiore intensità?
Partiamo dal presupposto che ogni terremoto scarica una propria quantità di energia, una quantità che però è una piccolissima parte di quella che può essersi accumulata sulle superfici di scorrimento di una faglia nel corso della sua vita geologica (molto lunga, ben oltre l’idea del tempo umano); questa energia che viene liberata al fine di dover abbassare il rischio di terremoti più forti dovrebbe essere ripetuta eguale a se per un numero spropositato di volte. Ovvero per fare un esempio pratico ed eccessivamente semplicistico: tra un terremoto di magnitudo 4 ed un terremoto di magnitudo 6, c’è un fattore di 1/1000 di energia scaricata, dunque per eliminare un terremoto di magnitudo 6 servirebbero un migliaio di terremoti di magnitudo 4.
Fatte queste considerazioni è importantissimo ed opportuno sottolineare che i meccanismi di generazione dei terremoti sono davvero molto complessi, e come tale non incasellabili in ragionamenti così matematicamente bizzarri. Quello che è certo è che l’avvento di diversi terremoti minori non scongiura lo scatenarsi di un nuovo e più violento terremoto, ma allo stesso tempo non lo anticipa necessariamente!
Su questo argomento i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sono stati chiarissimi, anche perché questo argomento è stato al centro dei celeberrimi fatti del pre – sisma dell’Aquila, oggetto anche di un imponente iter processuale che portò lo stesso Istituto a smentire le proprie dichiarazioni relative esattamente allo scarico di energia nei giorni precedenti il tristissimo 6 aprile 2009.
Di fatto la difficoltà a predire un evento sismico rimane il cuore della ricerca scientifica in campo sismologico, la tecnologia ci sta conducendo ad una competenza sempre maggiore, ma ad oggi non è dato né giusto esprimere teorie certe e definitive specialmente in un territorio vivo ed attivo come il nostro ed in continua evoluzione.
Fonti:
AA.VV. (2015). Terremoti, comunicazione, diritto. Riflessioni sul processo alla commissione grandi rischi. Franco Angeli.
Utsu T. (2002) Statistical features of seismicity. In: International Handbook of Earthquake and Engineering Seismology. Editors: W.H.K. Lee, H. Kanamori, P.C. Jennings, C. Kisslinger. International Geophysics, Volume 81, Part A. Elsevier, ISBN: 978-0-12-440652-0, p. 719-732.
http://www.ingv.it/it/