Si sta avvicinando la fine dell’esperienza olimpica a Rio de Janeiro per l’allenatore vastese Ettore Marcovecchio. Ma quello che sta per arrivare è un epilogo dolce perchè sarà accompagnato da una medaglia conquistata da Daniele Lupo e Paolo Nicolai, la coppia del beach volley azzurro che ha preparato insieme a Matteo Varnier. Sulla strada dell’Italia verso la cima dell’olimpo sportivo ci sono i due atleti di casa, Cerutti e Oscar Schmidt: saranno loro a contendere ai nostri giocatori l’oro nella finalissima di questa notte sulla sabbia di Copacabana. Se le cose non dovessero andar bene per la spedizione azzurra sarà comunque un’esperienza da ricordare a lungo perchè una medaglia d’argento alle Olimpiadi, a meno di non appartenere alla cerchia ristretta dei plurimedagliati, non è cosa da tutti i giorni.
Il giorno di vigilia è stato vissuto dal team italiano del beach volley tra la gioia per la storica finale raggiunga e la preparazione per la finale. “Siamo stati accolti a Casa Italia – ci racconta Ettore Marcovecchio – e abbiamo pranzato con il presidente del Coni Giovanni Malagò da cui abbiamo ricevuto tanti complimenti per quanto fatto sul campo”. Qualche ora di relax e poi via di corsa sul campo. C’è una finale da giocare ed è certo che Daniele da Fregene e Paolo da Ortona scenderanno in campo per vincerla. Ci racconta ancora il “nostro” Ettore: “Stiamo vivendo questa esperienza e in particolare questi momenti davvero intensamente“. Un po’ di scaramanzia non manca. “Io e Matteo Varnier (il capo allenatore, ndr) abbiamo la nostra piccola superstizione: prima delle partite ceniamo sempre allo stesso ristorante, pizza con mozzarella per me e picanha per lui. Chiaramente ho la nausea per la pizza e stasera prima della finale me ne tocca un’altra. Ma sono sacrifici che si fanno volentieri”.
Altra piccolo gesto scaramantico è “la dormitina tra le 19 e le 19.50 dopo aver preparato la tattica per la partita”. C’è anche il tempo di ripensare alla scelta di accettare la proposta della Federazione di tornare in azzurro insieme alla moglie Caterina De Marinis, un anno e mezzo fa, come responsabili del settore giovanile del beach volley. Un incarico che hanno conciliato con l’impegno con la San Gabriele a suon di chilometri percorsi ogni settimana tra Vasto e Formia. “Ci siamo fatti tantissimi scrupoli e abbiamo meditato a lungo prima di accettare perchè la San Gabriele era al primo posto per noi. Vedendo come ci hanno liquidato penso che non potevamo scelta migliore. Nessuno potrà mai togliermi le emozioni che sto vivendo in questi giorni. Tra me, Varnier e i ragazzi c’è un clima bellissimo, sentiamo la pressione ma sempre sdrammatizzando o con una battuta o con uno scherzo. Sto passando i giorni più belli della mia vita, per un allenatore o un atleta credo che partecipare alle Olimpiadi sia la massima aspirazione e se poi si torna a casa con una medaglia significa che si avvera un qualcosa che fino ad oggi ho solo sognato!“.