Pochi i comuni ospitanti, nessun beneficio per questi e ambiguità sulle strutture potenzialmente disponibili per l’accoglienza. Sono alcuni dei punti critici messi ieri sul tavolo dai sindaci che hanno partecipato in prefettura a Chieti al vertice sull’accoglienza migranti.
Il prefetto Antonio Corona ha voluto fare il punto sulla situazione provinciale chiamando i primi cittadini dei centri che attualmente stanno ospitando migranti o si apprestano a farlo: Chieti, Vasto, Lanciano (il cui sindaco Mario Pupillo ha partecipato anche in veste di presidente della Provincia), San Giovanni Teatino, Guardiagrele, San Salvo (presente con l’assessore Giovanni Artese), Torino di Sangro, Atessa, Casalincontrada, Roccamontepiano, Carunchio, Celenza sul Trigno, Palmoli (assente), Lentella, Schiavi d’Abruzzo (assente), Fara Filorum Petri, Pretoro, Castelfrentano e Pietraferrazzana.
QUALE DESTINO? – Al centro della discussione c’è innanzitutto la volontà di far chiarezza sullo stato attuale: passata la prima fase emergenziale che nell’estate 2013 portò i primi gruppi anche nel Vastese, si cerca di capire cosa ne sarà dei flussi in entrata e, soprattutto, di quelli in uscita. Le pratiche per l’ottenimento dello status di rifugiati politici – nonostante un miglioramento rispetto agli anni scorsi – sono considerate ancora troppo lente.
A questo si aggiunge il mancato decollo della convenzione per lo svolgimento dei lavori socialmente utili [LEGGI] che avrebbe dovuto tenere occupati i richiedenti asili per almeno una parte della giornata. Quello che sembrava un modello da prendere ad esempio, dopo poco più di un anno, si è rivelato con il passare dei mesi un passatempo mal gestito e controllato.
BENEFICI PER I COMUNI – Una richiesta arrivata da più parti è quella di un eventuale ristorno per i comuni ospitanti: sono solo una ventina i comuni che attualmente ospitano immigrati sui 104 della provincia di Chieti. Da una parte, quindi, si chiede che l’impegno venga spalmato – come d’altronde richiesto da tempo dallo stesso prefetto – per impattare meno sui singoli comuni (soprattutto sulle esigue popolazioni dei centri al di sotto dei mille abitanti), dall’altra che si preveda un beneficio per chi li ospita. Non un fattore prettamente economico, sia chiaro, ma un ritorno anche in termini di maggiori servizi per la collettività anche perché la presenza nei territori di competenza comporta un aumento del lavoro per gli uffici comunali.
STRUTTURE – Altro punto caldo è quello delle strutture a disposizione della prefettura. Alcune di queste – si pensi a quelle delle ex comunità montane – hanno una vocazione turistica e per i sindaci presenti è impensabile destinarli all’accoglienza cancellando opportunità di riqualificazione e sviluppo in questo settore per i giovani del posto che volessero lanciarsi in un’attività imprenditoriale.
A breve, quindi, sarà redatto un documento con poche e semplici richieste che Pupillo presenterà al ministero degli Interni.
IL PREFETTO TIRA DRITTO – Da parte sua, il prefetto ha invitato i sindaci a sensibilizzare i colleghi perché – e questo è un pallino di Corona dai primi giorni del suo arrivo a Chieti – nel caso di necessità se ci sarà collaborazione sarà meglio, ma in caso contrario, gli immigrati saranno collocati dove c’è disponibilità da parte di privati con o senza il beneplacito dell’amministrazione comunale.