Nove indagati. Si allarga l’inchiesta giudiziaria sull’appalto affidato dal Comune di Vasto nel 2013 per l’allestimento del cartellone degli spettacoli estivi. Il supplemento d’indagine concesso dal gip del Tribunale di via Bachelet, Anna Rosa Capuozzo, ha condotto il procuratore capo Giampiero Di Florio ad ampliare il raggio d’azione dell’indagine, che un anno fa era sfociata nella notifica dei primi due avvisi di garanzia.
Gli indagati – Indagati per abuso in atti d’ufficio l’ex sindaco, Luciano Lapenna e quasi tutti gli assessori della sua Giunta, in carica fino alle elezioni 2016: Vincenzo Sputore, Lina Marchesani, Nicola Tiberio, Mario Olivieri, Anna Suriani e Luigi Masciulli. Non è indagato, invece, Marco Marra, che era assente alla seduta con cui la Giunta municipale deliberò l’affidamento diretto del’intero pacchetto di eventi relativi alla stagione estiva 2013 per la cifra complessiva di 170mila euro. Il limite massimo previsto dalla legge per gli affidamenti senza gara d’appalto è di 40mila euro.
La Procura via via Bachelet ipotizza l’abuso in atti d’ufficio anche per il dirigente municipale Michele D’Annunzio, firmatario delle relative determine dirigenziali. Indagato con l’ipotesi di frode in pubbliche forniture e truffa Nando Miscione, titolare di un’agenzia di spettacoli.
Gli indagati possono presentare entro 20 giorni al pm memorie e documenti, espletare indagini difensive e chiedere di essere interrogati dal magistrato titolare dell’indagine.
L’inchiesta scaturisce dall’esposto presentato da Stefano Comparelli, promoter di servizi turistici, che chiese alla magistratura di far luce sulle modalità con cui, il primo luglio 2013, la Giunta municipale aveva deciso l’affidamento diretto del pacchetto degli spettacoli estivi a poche ore dalla presentazione di una proposta progettuale e deliberando l’erogazione di un acconto pari al 70% dell’intera somma.
Nella primavera di quest’anno, Comparelli si era opposto a una prima richiesta di archiviazione. Il giudice per le indagini preliminari, Anna Rosa Capuozzo, aveva concesso un supplemento di indagini. Non era passato inosservato il blitz con cui, su incarico di Di Florio, la finanza di Chieti aveva acquisito in Comune ulteriori documenti.