È stato bello crederci, ma il sogno si è infranto a Roma. Il ministero dell’Istruzione e dell’Università ha infatti reso noti i poli scolastici innovativi per i quali sono stati approvati i finanziamenti annunciati nell’ottobre 2015 e la provincia di Chieti è assente: 6 milioni e mezzo di euro andranno al biocampus di Cepagatti (Pe), altri 2 al campus di Pescina (Aq). Niente da fare per il polo che nella vallata del Trigno avrebbe dovuto accogliere i ragazzi provenienti da Dogliola, Palmoli, San Felice del Molise, Lentella e Fresagrandinaria in una struttura da poco meno di 2 milioni di euro “innovativa dal punto di vista architettonico, dell’impiantistica, della tecnologia, dell’efficienza energetica, della sicurezza antisismica e strutturale”.
PARTO TRAVAGLIATO – Quello del polo scolastico della Valle del Trigno non si può dire sia stata una vicenda iniziata nel migliore dei modi. Annunciato a ottobre dell’anno scorso [LEGGI] dall’assessore all’Edilizia scolastica della Regione Abruzzo, Donato Di Matteo, ha avuto grattacapi sin dalle battute iniziali. Innanzitutto, nel progetto iniziale destò più di una perplessità il coinvolgimento della scuola di Roccaspinalveti: i suoi alunni avrebbero visto allungarsi a dismisura i tempi di percorrenza su strade-mulattiere per raggiungere la zona artigianale di Dogliola, dove si sarebbe dovuta realizzare la scuola. Interpellato all’epoca da zonalocale.it, il sindaco del Comune dell’Alto Vastese, Franco Paglione, disse di non aver aderito ad alcun progetto [LEGGI] lanciando l’idea di una struttura simile per i paesi della vallata del Treste. Perché inserire un Comune così geograficamente distante, a sua insaputa per di più? Domanda che resterà senza risposta.
LA CERTEZZA DEI FONDI – Arrivò poi la presa di posizione di sette sindaci (di Carunchio, Castiglione Messer Marino, Castelguidone, Celenza sul Trigno, della stessa Roccaspinalveti, San Giovanni Lipioni e Torrebruna) che chiedevano la revisione della delibera di assegnazione dei fondi; protesta, alla quale, si unì il consigliere regionale Mauro Febbo. Nulla sembrava però poter scalfire l’intaccabile certezza da parte della Regione di avere l’ok dal Miur per il finanziamento.
Nel febbraio scorso anche il primo cittadino di Dogliola, Rocco D’Adamio (intervistato per la nostra rubrica E il sindaco che fa?, LEGGI) confermò i fondi dandoli per certi e andando oltre annunciando integrazioni al progetto chieste dal Miur, la modifica della destinazione d’uso dei terreni che avrebbero dovuto ospitare il polo e la disponibilità a demolire eventuali strutture d’intralcio alla nuova scuola. “Per questo polo i fondi sono certi. Un nuovo polo scolastico se non si fa a Dogliola non si farà in nessun altro posto del Vastese“, parole, quelle del sindaco, che non hanno trovato riscontro negli uffici del Miur a quanto pare.
Il finanziamento non ci sarà, ma i problemi restano. I Comuni dell’entroterra da tempo soffrono del calo demografico e diversi paesi hanno dovuto chiudere le proprie scuole non riuscendo a raggiungere il numero minimo di scolari. L’idea di un polo moderno in grado di andare avanti negli anni con i ragazzi di più centri appariva anche come un rimedio allo spopolamento. Per il Miur, evidentemente, il Polo scolastico della Valle del Trigno non era in grado di rispondere a queste esigenze.