Una “missione” iniziata tanti anni fa, quando le sorelle Vicoli trovarono e curarono il primo cucciolo randagio, Laica. È la storia di Manuela e Vitalina che all’inizio di questo mese si sono viste recapitare l’ordinanza di demolizione delle strutture presenti nella loro proprietà, un terreno in contrada Padula a San Salvo [LEGGI].
Una storia, questa, ben diversa da tanti casi poco edificanti giunti agli onori della cronaca. Difficile chiamare quest’attività “rifugio” o “canile”, entrambi i termini risulterebbero inappropriati. I cani, che al momento sono circa 20, sono a tutti gli effetti di proprietà delle sorelle e intorno a questa circostanza c’è il succo del loro operato: “I cani presenti sono arrivati in diversi modi. Alcuni li abbiamo presi noi dalla strada dopo segnalazione, altri ci sono stati lasciati da proprietari che non li volevano più. Ogni cane è stato microchippato a nostro nome (quindi sono nostri), curato e vaccinato. Sulla nostra proprietà non c’è un metro quadro di cemento, ma ci sono solo recinzioni e strutture removibili: tre roulotte che ci hanno donato come riparo per gli animali e alcune tettoie”.
ADOZIONI IN TUTTA ITALIA – Insomma, ogni animale è di proprietà delle sorelle che aderendo all’associazione Lega Nazionale per la difesa del cane si preoccupano di trovare loro un altro padrone in grado di prendersene cura. “Non si tratta – sottolineano – di smollare il cane al primo che ne fa richiesta. Grazie alla rete nazionale dell’associazione (e alla diffusione dei social network) ogni nuovo affido parte con un questionario e un colloquio telefonico per vedere se l’adottante è idoneo. Un volontario dell’associazione sul posto si occupa di visitare quella che potrebbe essere la futura casa del cane. Quando siamo certe dell’idoneità, il cane viene trasportato con auto appositamente preparate per viaggi del genere. Dopo l’adozione, i volontari continuano a monitorare la situazione per la fase post-affido e c’è il passaggio di proprietà. Restiamo in contatto con tutti, ci aggiornano con foto e notizie e in moltissimi casi l’estate vengono a San Salvo per trascorrere qualche giorno al mare”.
RUOLO IMPORTANTE – Una realtà, quella sansalvese, che nel corso degli anni ha permesso un risparmio notevole nelle casse comunali. I randagi, infatti, dovrebbero essere segnalati al Comune e portati al canile di Fallo; il mantenimento sarebbe completamente a carico dell’ente fino all’eventuale adozione o morte dell’animale.
La situazione, inoltre, è ben conosciuta da tempo: sono tanti i privati e le associazioni di volontariato che si sono appoggiati alle sorelle Vicoli cercando un ricovero per i cani trovati in strada. “Pensa, che nel corso degli anni abbiamo trovato buste con diversi cuccioli all’interno appese alla nostra porta o cani legati alla recinzione”.
“I nostri cani sono felici – continuano – hanno un’ampia area di sgambamento e tutte le cure necessarie grazie alle convenzioni che abbiamo con i veterinari della zona. Vorremmo rimarcare, inoltre, che il nostro non è un allevamento (visto che gli animali vengono sterilizzati) e né un’attività a fini di lucro; abbiamo semplicemente un terreno dove teniamo i nostri cani in attesa di adozione, togliendoli dalla strada dove sono anche un pericolo. Andiamo avanti con donazioni e collette di amici e aderenti all’associazione. Una delle ultime donazioni è arrivata da un ragazzo del Trentino che ha adottato un nostro cane: a novembre ha affittato un furgone che ha riempito di cibo per cani (oltre 200 kg), coperte, cucce e tutto ciò che può servire. Altro aiuto arriva dalla nostra associazione Lega Nazionale per la difesa del cane che due mesi fa ci ha fornito 400 scatolette di paté”.
NERONE, DANTE E GLI ALTRI – In questi anni le storie da raccontare sono veramente tante, soprattutto legate a cani randagi ben noti alla popolazione sansalvese, come Nerone, esemplare di grossa taglia che girovagava a San Salvo Marina. “È stato adottato da un giovane della provincia di Venezia tornato l’anno scorso a trovarci. Ha portato Nerone sulla spiaggia riservata ai cani dove in tanti hanno riconosciuto, non senza sorpresa, il randagio ora in ottime condizioni”.
Ci sono poi Dante e Beatrice, due cani di grossa taglia che giravano nella zona 167. Il primo è stato adottato da una famiglia di Bolzano. C’è Astra, nel febbraio scorso lasciata incatenata da ignoti al recinto: ora vive con la nuova proprietaria, una veterinaria, a Merano. Tra i casi che le sorelle hanno più a cuore c’è quello di 4 cuccioli trovati a Lentella: 2 sono stati adottati in zona, uno a Bologna e un altro in Trentino. Non mancano, poi, le adozioni “eccellenti” come Zelda, un altro randagio adottato dalla famiglia dell’ex calciatore della Juventus Gianluca Pessotto.
PALETTI URBANISTICI – La missione di Manuela e Vitalina Vicoli ora rischia lo stop dopo un esposto presentato in Comune. “Non capiamo il perché. L’abitazione più vicina si trova a circa un chilometro di distanza, è un luogo isolato”. Il problema, come aveva spiegato il comandante della Polizia locale, Vincenzo Marchioli, è di natura urbanistica: in quella zona non possono realizzarsi aree simili, pur essendo le strutture di natura removibile. Di recente anche l’associazione vastese Amici di zampa ha lanciato un appello al sindaco Tiziana Magnacca [LEGGI].
“Il comandante dei vigili è stato davvero sensibile, ma deve procedere. Nel frattempo abbiamo presentato ricorso al Tar – concludono – Chiediamo una mano per uscire da questa situazione di stallo. In questi anni abbiamo salvato tanti cani senza nessun costo per i cittadini”.