Palloncini bianchi e rossi volano in cielo mentre la banda suona le dolci note del tema de “La vita è bella”. Lacrime amare solcano il viso delle centinaia di persone che affollano la chiesa ed il sagrato della chiesa di San Marco per dare l’ultimo saluto terreno ad Andrea Marinelli e Domenico Castrignanò. È un giorno di lutto e di silenzio, per loro che hanno perso la vita ma anche per i due giovani che erano in macchina con loro e che ora dovranno portare nel cuore lo strazio per quanto accaduto la notte tra sabato e domenica sulla statale 16. Andrea e Domenico, uniti nella vita e uniti anche nel tragico destino. Due bare identiche vengono portate a spalla dagli amici di sempre mentre le campane suonano a festa. In tanti hanno la maglietta con i volti sorridenti dei due giovani. E poi le squadre del Vasto Marina e della Vastese Beach Soccer, i tifosi della Vastese, compagni di scuola e di vita. Tanti i rappresentanti delle istituzioni, legati professionalmente e da vincoli di profonda amicizia con le due famiglie, dal prefetto Corona ai sindaci, amministratori comunali e forze dell’ordine. E poi tanti carabinieri, per esprimere il loro affetto alle famiglie Castrignanò e Marinelli.
Non possiamo negare lo smarrimento – È don Gianni Carozza, parroco di San Marco, a presiedere la celebrazione eucaristica che vede la presenza di tanti sacerdoti della città. “Abbiamo tante domande su quanto accaduto. Ma sentiamo con chiarezza che anche se una risposta fosse data rimarrebbe la consapevolezza che Domenico ed Andrea non ci sono più. E ci chiediamo: è giusto? È umano? Come può essere possibile per familiari ed amici vivere un evento così tragico senza perdere l’amore per la vita?”. Aggiunge il sacerdote: “Una volta di più ci siamo accorti di quanto fragile sia la vita. A Cristo, che ha dato la vita per noi, affidiamo Andrea e Domenico”. Poi si rivolge ai familiari e agli amici: “Sappiamo che la morte di una persona che amiamo, la morte di un figlio, produce una ferita incancellabile. Noi tutti vorremmo esservi vicini con la preghiera e con affetto per lenire il vostro dolore. Oggi vi chiediamo: continuate e custodire in voi l’amore e la stima per la vita. Abbiamo bisogno che voi diciate a noi che, nonostante tutto, è giusto sperare. Che il ricordo dei vostri figli, della loro giovinezza esuberante, vi spinga ad amare gli altri”.
Chi ha operato bene brillerà come le stelle del cielo – Al termine della celebrazione è Antonio Marcovecchio, zio di Domenico, a prendere la parola. “È difficile, se non impossibile, farsi una ragione. Perchè morire nella primavera della vita? Rischiamo di smarrirci se non alziamo lo sguardo al cero pasquale. Questi due giovani hanno saputo creare attorno a loro un clima di affetto e di simpatia. Ma cosa avevano di straordinario? Tutte le qualità umane. L’intelligenza aperta e viva, la bontà d’animo, la generosa disponibilità. Andrea e Domenico avevano un cuore d’oro finissimo. Avevano il culto dell’amicizia che per loro aveva un valore unificante, era su un piano superiore a tutto”. Si rivolge poi ai tanti carabinieri presenti in chiesa. “Vorrei che sappiate raccogliere in questo abbraccio il senso di gratitudine che le popolazioni devono a voi per il servizio che rendete”. Poi aggiunge: “Abbiamo pianto questi figli con uno stillicidio di lacrime. Ora il pianto deve sciogliersi nel ricordo delle ore liete con Andrea e Domenico. Perchè chi ha operato bene brillerà come le stelle nel cielo”.
Quaggiù vi amano tutti – È Letizia a rivolgere le parole più dolci ad Andrea e Domenico. “Quaggiù vi amano tutti. Andrea, con il tuo sorriso, le tue battute e la tua ironia, il tuo amore per il calcio e per la vita. Domenico, con la tua bontà, purezza ed umiltà non avresti mai fatto male ad una mosca”. Con la voce incrinata dal pianto la giovane aggiunge: “Tutti i sogni, i progetti, le idee, li stavate realizzando insieme. Non verrete mai dimenticati. E vegliate su tutti quelli che stanno soffrendo”.
Ragazzi, state attenti – “Andrea, ho fatto in tempo tre giorni fa a dirti quanto ti volevo bene”. Prima della conclusione prende la parola anche Nicola Ciappa, presidente della Vastese Beach Soccer. “Conosco tutti e quattro i ragazzi di quella macchina: sono tutti e quattro figli e sono tutte e quattro vittime le famiglie coinvolte. Oggi qui vedo tantissimi giovani. A questa età ci si pensa immortali, lo pensavo anche io fino a pochi mesi fa quando sono diventato padre. Ragazzi, state attenti. Fatelo per voi, per gli amici ma soprattutto per le vostre madri. Solo chi è madre può capire il dolore che oggi provano la mamma di Andrea e la mamma di Domenico”. Ciappa lo ripete: “State attenti. Questo è l’unico modo per tenere vivo il loro ricordo”.
Lo spogliatoio sarà vuoto – I ragazzi del Vasto Marina sono tutti vicini con la loro maglietta rossa. Andrea era uno di loro, un “gladiatore” in mezzo al campo, un “amicone” nello spogliatoio. “Lo spogliatoio è vuoto senza te. Tutto è immobile. A noi rimane la consapevolezza che ogni gol, ogni palla recuperata sarà tua. Ci manchi già”, dice a nome della squadra il capitano Luciano Galiè.
È il momento dell’ultimo viaggio terreno, con le bare che escono tra due ali di folla mentre palloncini e un lungo applauso salgono in cielo. Nel fine settimana le messe di suffragio: quella per Andrea sarà celebrata a San Giuseppe, sabato alle 19, quella per Domenico a San Marco, domenica alle 18.