In questi giorni il lavoro dell’orchestra “Music Inclusion”, formata da 160 ragazzi provenienti da Italia, Irlanda, Spagna e Slovacchia, è molto intenso e una figura che contribuisce notevolmente alla formazione di questa orchestra è il suo Direttore M° Simone Genuini al quale abbiamo proposto un’intervista.
Salve Maestro, Lei dirige quest’orchestra fin dalla sua nascita. Nel corso degli anni c’è stata una crescita musicale e formativa dei ragazzi?
Si, c’è stata una crescita sotto molteplici punti di vista. Questo è un gruppo che è nato raccogliendo giovani provenienti da esperienze molto diverse ma tendenzialmente da una formazione musicale ancora in embrione, ossia piuttosto iniziale del percorso di studi. La loro crescita in questi 5 anni è stata intensissima e notevolissima sotto il punto di vista musicale e sono convinto che in qualche modo l’orchestra l’abbia favorita e incentivata e abbia dato un impulso e uno stimolo importante per loro. Io sono profondo sostenitore del fatto che l’orchestra e la formazione orchestrale in generale sia uno strumento didattico importante per i giovani perché velocizza alcuni aspetti relativi all’apprendimento musicale e in questo senso ho trovato nell’esperienza di San Salvo proprio il riscontro di quello che ho sempre pensato: la formazione dei giovani in termini musicali è assolutamente velocizzata e fortemente accresciuta dalla pratica orchestrale. Questa esperienza musicale, ovviamente, ha contribuito anche alla loro formazione extra-musicale e in termini di cittadini appartenenti a un progetto d’insieme come quello dell’orchestra.
Quest’anno si è giunti alla terza edizione del “Festival sull’Uso Sociale delle Arti” e un fattore importante che ha caratterizzato quest’evento è stato l’incontro tra diverse realtà musicali. La musica è stata veramente un linguaggio universale? Lei come ha vissuto quest’esperienza?
L’ho vissuta con il consueto slancio ed ottimismo anche quando ovviamente la formazione del suono d’orchestra sembrava molto faticosa e difficile da raggiungere. In realtà non ho mai perso la certezza che saremmo riusciti a raggiungere risultati importanti sia con il concerto del 14 luglio sia con quello che faremo sabato.
Quest’anno ha deciso di mettere su due diversi tipi di repertori: uno con adattamenti di musiche di Verdi, Bernstein e Williams e un altro incentrato esclusivamente su Beethoven. Come mai questa scelta?
Perché si tratta di due approcci al suono d’orchestra differenti: uno sicuramente più vicino per certi versi ai gusti dei giovanissimi e dei giovani in quanto repertorio di colonne sonore e in parte di musical e questo rappresenta per loro il contatto con un vissuto musicale che gli è più vicino ma poi contemporaneamente fa scoprire loro la bellezza, la ricchezza, la profondità e l’universalità del pensiero compositivo beethoveniano. Beethoven è l’autore che più di tutti nella sua musica inserisce un messaggio di fratellanza e vicinanza tra i popoli. E’ un autore che credeva nel bene universale e in questo senso credo che questa esperienza abbia dato ancora una volta un segnale importante riguardo il fatto che la musica riesce a fondere e ad accomunare meglio di qualsiasi altra esperienza la vicinanza e il contatto tra i popoli. Trovo che questa sia un’occasione da non perdere e la stiamo perseguendo con tutte le nostre forze.
Lorenzo De Cinque
scuolalocale.it