È stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per evitare che questa mattina la protesta di un gruppo di immigrati a Torino di Sangro prendesse una brutta piega. Circa 20 persone, sugli 80 ospiti di un centro di prima accoglienza, hanno occupato la statale 16, bloccandola con cassonetti per i rifiuti e con reti e materassi, nei pressi del ponte sul fiume Sangro. Subito si sono creati disagi alla circolazione, con gli automobilisti in transito che si sono trovati nell’impossibilità di proseguire la marcia.
Nel tratto interessato si sono create lunghe code, con un’evidente tensione da parte degli automobilisti rimasti bloccati per la protesta. All’origine del gesto degli immigrati ci sarebbe un non gradimento del cibo servito nella struttura che li ospita. “Ci hanno riferito che da due giorni in segno di protesta non mangiano“, spiega il vice questore Alessandro Di Blasio. Secondo quanto riferito alle forze dell’ordine, i protagonisti della protesta vorrebbero avere la possibilità di preparare da sè i pasti piuttosto che usufruire di quelli preparati da un catering e serviti nel centro.
Ad allentare la tensione e rimuovere il blocco è stato l’intervento degli agenti del commissariato di Vasto, dei carabinieri di Torino di Sangro e della Polizia Stradale. “Li abbiamo allontanati dalla strada ripristinando così la circolazione, evitando che la furia degli automobilisti andasse oltre”. I responsabili del gesto “sono stati identificati e verranno denunciati per interruzione di pubblico servizio“.
Spiega il sindaco di Torino di Sangro Silvana Priori: “Chi protesta ha dato come motivazione quella del cibo, ma io non credo sia la questione reale visto che i pasti sono preparati sempre dallo stesso catering. Piuttosto hanno manifestato un disagio per la lunga permanenza nel centro di accoglienza in attesa dei documenti che deve concedere la commissione di Ancona. Questo era un disagio che prima o poi sarebbe esploso”. Molti di loro sono a Torino di Sangro da più di un anno, in attesa di una certificazione per il diritto d’asilo “che spesso non arriva perchè per la maggior parte sono rifugiati economici“. Su questo il primo cittadino di Torino di Sangro ha le idee chiare. “Il governo deve cambiare qualcosa sull’approccio internazionale. Queste persone vanno aiutate nei loro Paesi d’origine, con interventi che però siano adeguati e concreti. Per chi scappa dalle guerre è certamente un discorso diverso. Ma in molti casi sono persone che scappano via da situazioni di povertà e non di guerra e per cui l’Italia non è la meta finale. Trovandosi bloccati nei centri, in un Paese dove non vogliono stare, si finisce per arrivare alla situazione di accentuazione del disagio come quella che si è verificata oggi”.