10mila euro (lordi) per lasciare il Pantalonificio fino a venerdì 27 maggio, 6mila dal 28 in poi. È la prima reale proposta che la Canali ha avanzato ai sindacati da quando le difficoltà dei sito di Gissi sono diventate strutturali.
I sindacati lo hanno comunicato questa mattina ai lavoratori riunitisi nella sede Uil di Vasto a margine dell’appuntamento ministeriale di ieri pomeriggio. Un incontro interlocutorio, durante il quale nulla è cambiato rispetto all’ultimo incontro in Confindustria a Vasto.
La società tessile ha avviato la procedura di cessazione dell’attività, resta da capire se ci sono margini per non disperdere le 96 professionalità e cosa accadrà dopo i 75 giorni transitori (che scadranno intorno al 20 di luglio). A detta di Claudio Musacchio e Giuseppe Rucci, i funzionari ministeriali non hanno preso bene la cessazione dell’attività comunicata prima dell’incontro a Roma. A parte i retroscena di contorno, ci sono davvero poche novità concrete.
I rappresentanti sindacali hanno ricevuto questa mattina da parte dell’azienda la proposta dei 10mila euro (ai quali vanno sommati mobilità e Tfr). Nel prossimo incontro ministeriale (30 maggio) probabilmente indicherà altri scaglioni per l’incentivo all’esodo.
Tante le domande delle lavoratrici, soprattutto di chi pensa – e spera – in una strada che non sia quella della chiusura definitiva. Ora, però, su quella parte di stabilimento non ci sono prospettive. È questo un altro punto importante.
A differenza del caso della Golden Lady, con il quale più volte sono stati fatti paralleli, chi decide di restare, per ora, lo fa andando incontro a zero prospettive dopo i 75 giorni.
Per quanto riguarda l’azienda di Nerino Grassi, chi decise di cedere i propri 10mila euro come incentivo per la riconversione si trovò dopo circa un anno alle prese con il naufragio di entrambe le aziende arrivate in Val Sinello; chi li accettò, invece, uscì definitivamente dalla vertenza.