Duecentottantacinque “contro” 353. Sono i numeri impietosi delle amministrative frainesi. La prima cifra è quella degli aventi diritto residenti in paese, la seconda è il numero degli iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) che alza all’inverosimile l’asticella del quorum. Il prossimo 5 giugno a Fraine dovrà votare il 50% + 1 degli aventi diritto (321 persone) per evitare il commissariamento. L’amministrazione uscente guidata da Vincenzina Di Iorio ha gettato la spugna lasciando la gatta da pelare esclusivamente al gruppo di Uniti per cambiare Fraine.
Giornata concitata quella di sabato 7 maggio (data ultima per la consegna delle liste). Le indiscrezioni sull’assenza di candidati dell’attuale maggioranza (o a loro riconducibili) sono diventate certezza con il passare delle ore; impossibile contattare i diretti interessati (rimasti “irraggiungibili” dai giornalisti anche nei giorni seguenti).
IL DIETROFRONT – Cosa ha portato, dopo 15 anni di governo locale (10 con Giandomenico Finamore, attuale vice, e 5 con la Di Iorio) ad abdicare non è dato sapere. Contattato da zonalocale.it il 2 maggio scorso, a cinque giorni dalla scadenza dei termini, era stato il vice Finamore a confermare la presenza di due liste [LEGGI]: “Si sta lavorando per la composizione della lista, si sta affinando il tutto. Si lavora all’interno del gruppo, si cerca di aggregare forze giovani e nuove. Di solito ci sono sempre state due liste, suppongo proprio di sì anche questa volta, ma non conosco i nominativi dei candidati. Si scioglierà tutto all’ultimo momento. Sulla Di Iorio si vuole la riconferma, anche se non posso dare la certezza matematica. La lista comunque sarà sicuramente ripresentata come linea di continuità con quello che si è fatto finora”.
Negli ultimissimi giorni qualcosa è cambiato, cosa? Lo stesso Finamore, contattato oggi e interpellato su quanto accaduto parla di una scadenza naturale che solo 15 giorni fa non rientrava tra le indiscrezioni della tornata elettorale: “Io ho fatto un’esperienza di vita, finita lì, sono 15 anni che sono impegnato, non ho altro da aggiungere”. Sull’eventualità di andare a votare invitando i propri sostenitori a fare altrettanto: “La nostra non è stata una strategia, non ci siamo riproposti e basta. Il nostro progetto aveva un’identità e un tempo; il tempo si è esaurito, il resto non mi riguarda. La mia è solo una scadenza del tempo“. Lei andrà a votare? “Io ho sempre adempito al mio dovere e continuerò a farlo nelle forme più opportune volta per volta”.
“PROBLEMA PIÙ GRANDE DI NOI” – Toccherà ora alla lista Uniti per Cambiare Fraine evitare il commissariamento. Una sfida quasi impossibile. Il primo a riconoscerlo è il candidato sindaco Filippo Stampone: “È un problema più grande di noi. Se c’erano queste difficoltà, avrebbero potuto contattarci e avremmo formato una lista civetta, ma da quando chi cerca di subentrare alla guida del paese deve preoccuparsi di fare una seconda lista? Per il bene di Fraine avrebbero potuto comunicare alla cittadinanza la volontà di non ripresentarsi in occasione dell’ultimo consiglio comunale”.
“Raggiungere il quorum – aggiunge – è quasi impossibile. Gli aventi diritto iscritti all’Aire sono residenti soprattutto negli Stati Uniti, Svizzera e Francia. Per quanto riguarda la nostra lista, si dice che a Fraine non ci sono giovani, nel nostro gruppo ci sono giovani che vogliono impegnarsi in prima persona per il bene del paese dove vivono. Se l’amministrazione non è riuscita, dopo 15 anni, a comporne una… beh c’è un dato politico molto chiaro. Quanto fatto e non fatto è sotto gli occhi di tutti, basti pensare a quello che doveva essere un centro per anziani: ci sono solo tre pareti”.
ADDIO ALL’ULTIMO ENTE – La decisione di lasciare tutto in balia del quorum però apre un altro grande fronte. Quello dell’opportunità politica e della coerenza di tale scelta. Gli attuali amministratori di Fraine fanno parte della grande schiera di sindaci e assessori del Vastese che a dicembre ha bloccato la Statale 16 per denunciare l’assenza degli enti sovracomunali nelle situazioni di disagio legate soprattutto alla viabilità dopo il crollo di parte della Trignina [LEGGI].
Con il commissariamento, l’ultimo baluardo di riferimento per i cittadini scomparirebbe per un anno – in attesa di nuove elezioni – e anche per l’ordinaria amministrazione il piccolo centro dipenderà da Chieti. Per i circa 300 abitanti c’è da sperare che inverno e autunno non siano da ricordare come gli ultimi che hanno portato il paese all’isolamento: difficile pensare al repentino intervento di un funzionario – che dovrà arrivare dal capoluogo (per 2-3 giorni a settimana) – in caso di blocchi della viabilità interna a causa di frane, smottamenti e neve. L’importanza del primo cittadino come riferimento per la popolazione, d’altronde, era stato sottolineato dalla stessa Di Iorio in occasione della nostra intervista per la rubrica “E il sindaco che fa?” [LEGGI]; un riferimento che sparirà per un anno in caso vadano a votare meno di 320 persone. A questo va aggiunto il costo di un commissario prefettizio che graverebbe sul bilancio comunale.
L’APPELLO – Cinque anni fa si registrò il clamoroso pareggio 194 a 194. 388 votanti che il prossimo 5 giugno permetterebbero di superare la soglia limite. “Il buon senso – dice Stampone – vuole che ora sindaco e amministrazione vadano a votare e invitino il proprio elettorato a farlo per cercare di raggiungere il quorum. Abbiamo dato vita a questa lista perché vogliamo che di Fraine si occupi chi in questo paese ci vive realmente; con il commissario per un anno saremo ancora più isolati”.
Chissà se gli attuali amministratori raccoglieranno l’invito. I nodi da sbrogliare non mancano: il crollo della Sp 162, la popolazione in età scolastica divisa in due scuole (Roccaspinalveti e Castiglione), le altre Provinciali a rischio ecc. Tutte problematiche che richiedono il ruolo di pungolo da parte di un primo cittadino.
Favorire l’arrivo di un funzionario esterno e rinunciare al proprio ruolo renderebbero propaganda tutte le chiacchiere fatte finora.