I camici indossati per circa 20 anni appesi ieri al cancello del Pantalonificio simboleggiano al meglio il momento che si sta vivendo in quel lembo della zona industriale di Gissi. Solo ieri ci sono stati il presidio e il corteo delle lavoratrici [LEGGI]; oggi i sindacati, che attendevano proprio in questi giorni la convocazione da parte del ministero del Lavoro (il sottosegretario è in Giappone) non hanno ricevuto la lettera da Roma, ma quella della società. È l’avviso di apertura della procedura di cessazione dell’attività. Stop, giochi finiti. Quei pochi margini di manovra che c’erano sembrano non esserci più.
Nell’ultimo incontro in Regione i sindacati erano riusciti a strappare l’impegno al management Canali: congelamento di ogni procedura (inizialmente fissata al 29 aprile) fino a convocazione nella capitale. Oggi la doccia fredda; a breve sarà avviata la procedura di mobilità per i 93 dipendenti (in stragrande maggioranza donne).
Quello che si apre ora è un braccio di ferro per scongiurare la certificazione ufficiale della fine della ventennale storia del Pantalonificio di Gissi. I sindacati hanno inviato una missiva ad azienda e Regione chiedendo innanzitutto di tenere fede agli impegni presi in sede regionale e di valutare “soluzioni alternative anche tenendo conto delle diverse proposte che le OO.SS. unitamente alle lavoratrici e ai lavoratori hanno presentato”.
Infine l’appello affinché si tenga conto “della storia del Gruppo Canali e di quanto questo territorio e questi lavoratori hanno contribuito ad accrescere e a consolidare a livello mondiale. Chiediamo all’assessorato di sostenere la nostra richiesta e contestualmente sollecitare la convocazione da parte del ministero in tempi brevissimi“.
Che in Val Sinello non si sarebbero più confezionati pantaloni è già stato sottolineato chiaramente; allo studio ci sarebbero dovute essere altre soluzioni produttive anche con l’aiuto del ministero. L’attesa di una convocazione che non arriva, vista come ultima speranza per salvare circa 100 professionalità, oggi lascia spazio alla desolazione: per la Val Sinello è un’altra giornata nera.