“Anche noi vogliamo garantire un futuro ai nostri figli. Non rubatecelo”. Lo hanno scritto su uno dei loro striscioni i dipendenti del Pantalonificio d’Abruzzo. Davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento di Gissi si sono ritrovati stamani i dipendenti della fabbrica, che rischia la chiusura.
Un nuovo presidio per continuare la lotta in difesa dell’occupazione. “Anche il Pantalonificio chiude? Altri 100 posti di lavoro che si perdono?”, si legge su un altro striscione.
I lavoratori hanno sfilato in corteo sulla Fondovalle Sinello fino ai capannoni deserti della ex Golden Lady, altro simbolo della crisi in Val Sinello, dove il pericolo è la desertificazione industriale. Con loro i sindacalisti Giuseppe Rucci (Cgil), Massimiliano Recinella (Cisl) e Claudio Musacchio (Uil), il sindaco di Gissi Agostino Chieffo, il sindaco di Cupello Manuele Marcovecchio e il sindaco di Monteodorisio Saverio Di Giacomo. Sul posto è giunto anche il presidente del Consiglio comunale di Vasto, Giuseppe Forte.
“Il sindaco Lapenna – ha spiegato Forte ai lavoratori – ha già incontrato l’assessore regionale Lolli e sono in contatto con il Ministero per la convocazione del tavolo romano. Al momento, però, il sottosegretario Antonio Giacomelli è in Giappone e non è stato possibile fissare un appuntamento. Il sottosegretario dovrebbe rientrare già domani e non è escluso che possa convocare il tavolo anche in settimana“.
Un tavolo, però, che non dà molte speranze ai sindacati: “È molto difficile che si possa ripartire con il pantalonificio – ha infatti spiegato Claudio Musacchio – ma la speranza è l’ultima a morire. Comunque porteremo a Roma le istanze di questo territorio che ha già registrato la chiusura dello stabilimento della Golden Lady e chiederemo la realizzazione di una realtà produttiva che possa riassorbire almeno in parte i lavoratori. Se non sarà possibile con il pantalonificio, chiederemo un’alternativa”.