Tornano a farsi tesi alla Fondazione Mileno i rapporti tra dirigenza e rappresentanti dei lavoratori. I sindacalisti di Cisl Fp e Uil Fpl Donato Tricase, Camillo Di Felice e Domenico Fecondo criticano la proprietà del Gruppo di Vasto Marina che gestisce alcune strutture riabilitative, definendo “incomprensibile” la “politica aziendale, che non tiene in considerazione le difficoltà e l’impegno dei lavoratori”, ragion per cui le organizzazioni sindacali “non sono più disposte a subirne le conseguenze”.
“Nell’ultimo incontro congiunto con la Asl di Chieti – scrivono in un comunicato i tre rappresentanti sindacali – il presidente pro-tempore della Fondazione Padre Alberto Mileno e i suoi collaboratori, invece di interloquire fattivamente con il direttore general,e hanno riportato indietro l’orologio del confronto, quindi, da parte nostra, è inaccettabile assistere ad una amministrazione sorda ad ogni disponibilità negoziale, che non può continuare a mantenere in vita tanti contenziosi e allo stesso tempo non pagare i suoi dipendenti. A questa direzione, che non ci ha detto mai come stanno realmente le carte della Fondazione, che non ci ha permesso mai di entrare nel merito di alcune scelte politico-strategiche, chiediamo di assumersi una volta per tutte la responsabilità di spiegare ai lavoratori le ragioni di tale comportamento”.
“Nell’incontro avuto il 12 aprile presso la Asl Lanciano Vasto Chieti si è discusso delle problematiche afferenti al budget assegnato alla sede staccata Azzurra della Fondazione Mileno che, per diverse ragioni e interpretazioni tra le parti, ha condotto la Asl a sospendere il pagamento delle prestazioni. Nell’ambito dell’incontro, erano emerse soluzioni che la Fondazione si era riservata di valutare e di comunicare alla Asl, formulando anche delle proposte, entro 15 giorni”, riferiscono Tricase, Di Felice e Fecondo, che ricordano le sofferenze vissute dai lavoratori negli ultimi 18 mesi: i circa 250 dipendenti, “a tutt’oggi, sono creditori della tredicesima, dello stipendio di marzo ed hanno maturato anche quello di aprile. Tali sofferenze hanno causato e continuano a causare danni, sia di natura economica sia di natura psicologica a tanti lavoratori e sicuramente avremo modo di verificare e quantificare in altre sedi i danni subiti”.
“I 15 giorni sono trascorsi e, ad oggi, l’unica certezza è che la Fondazione viene meno agli obblighi di corrispondere la retribuzione nei modi e nei termini previsti dal contratto. Alla luce di di tale situazione, di fatto, chiediamo di avere contezza delle procedure in corso o se vi siano state decisioni di altra natura che allontanano da accordi, soluzioni o transazioni che si erano delineate, fermo restando che ognuno può legittimamente difendere le proprie ragioni nei modi e nelle sedi che riterrà più opportune, ma il legittimo diritto a fare valere le proprie ragioni non può gravare sui lavoratori, privandoli del diritto alla retribuzione e delle somme maturate”.