Sedersi accanto a Padre Eugenio e chiacchierare con lui è il modo più semplice per capire perché questo frate sia così conosciuto e apprezzato nella cittadina vastese. Vittorio Di Giamberardino, per tutti Padre Eugenio, sacerdote della comunità di Santa Maria Incoronata, da poco festeggiati i 50 anni di sacerdozio, ha raccontato la particolare storia che caratterizza una piccola perla della nostra città: la chiesa di Sant’Anna; un edificio situato nell’omonima via, nel pieno centro cittadino, che ricorda un’abitazione neoclassica più che una chiesa, e che cela al suo interno una storia ricca e travagliata.
La mappa di Sant’Anna [clicca qui]
La chiesa sorse nel XVI secolo quando nel 1581 il sig. Bernardino Sottile di Vasto donò due oliveti contigui di sua proprietà ai Frati Cappuccini affinché vi costruissero il convento. L’architrave della porta reca la data 1585, anno in cui la chiesa fu terminata e consacrata al culto con il titolo di Santa Maria degli Angeli. La stessa venne poi denominata “Chiesa di Sant’Anna” per un quadro settecentesco ormai perduto nel quale era rappresentata la santa con Maria fanciulla e San Gioacchino e per le ricorrenze lì festeggiate ogni 26 luglio. Nella chiesa furono seppelliti nel 1592 Francesca Carafa, Marchesa del Vasto, nel 1597 Diego D’Avalos e nel 1598 lo stesso Bernardino Sottile.
Il 30 novembre 1702, come ricorda l’iscrizione latina ancora oggi custodita all’interno della Chiesa, l’altare maggiore e l’intera Chiesa, con il consenso del Vescovo diocesano di Vasto, furono consacrati da Michele Pitirro, Vescovo di Termoli. Il 07 agosto del 1809 entrò in vigore l’editto napoleonico che decretò la soppressione di alcuni Ordini Religiosi e il 10 giugno 1811 il Cav. Pasquale Maria Genova comunicò l’editto ai frati che furono costretti a lasciare il convento.
L’edificio posto in vendita venne acquistato proprio dal barone Genova che, su progetto dell’ architetto Nicola Pietrocola, trasformò il convento in una vera e propria residenza, incastonata nella duplice scalinata curvilinea, il cui piano inferiore nel frattempo continuava ad essere impiegato per la sola funzione religiosa. Proprio in questi anni, esattamente il 15 settembre 1832, il Re Ferdinando II di Borbone, durante il suo soggiorno nella città di Vasto, fu ospitato nella nuova residenza.
Nel 1871 fu Felsino Benedetti, allora capitano della guardia Nazionale, a divenirne il proprietario. Fu per questo che l’ edificio si trasformò in una caserma, ma la chiesa sottostante non fu mai dichiarata chiusa al culto. Gli eredi della famiglia Benedetti, catastalmente proprietari della chiesa, nel 1982 presero per iscritto l’impegno per il trasferimento della medesima ai Cappuccini dell’Incoronata, autorizzati ad eseguire i lavori di restauro.
Il trasferimento della proprietà non fu mai sancito da strumento notarile ma ugualmente i Cappuccini dell’Incoronata nel 1984, a ricordo dell’ VIII centenario della nascita di San Francesco, restaurarono la chiesa con la magnanima collaborazione dei fedeli e decisero di ricominciare a celebrare messa tutte le domeniche e nei giorni di festa. Lo stesso anno il vastese Filandro Lattanzio, scomparso nel 1986, donò un nuovo dipinto alla Chiesa intitolato proprio “Sant’Anna e la sua Famiglia” .
I Cappuccini si sono sempre dichiarati disposti ad acquisire giuridicamente il titolo di proprietà attraverso la procedura di usucapione, un modo di acquisto a titolo originario della proprietà mediante il possesso continuativo del bene immobile o mobile per un periodo di tempo determinato dalla legge, ma la difficoltà riscontrata nel raggiungere e comunicare con tutti i legittimi proprietari, scoraggia ormai i frati.
Padre Eugenio a riguardo mi mostra una copia dei riferimenti per la Rettifica Catastale della Chiesa in cui è richiesta l’attivazione della procedura giuridica per il trasferimento della Chiesa di Sant’ Anna alla “Provincia degli Abbruzzi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini”, ma l’epilogo di questa vicenda sembra evidentemente ancora lontano.
Il sorriso di Padre Eugenio e la sua pacca sulla spalla segnano il termine della nostra chiacchierata, un viaggio a ritroso nella storia di un suggestivo luogo della memoria vastese, un gioiello nascosto e oscurato dalle nuove abitazioni e di cui non tutti conoscono le numerose vicende che l’hanno caratterizzata in passato e che la riguardano ancora oggi.
Francesca Liberatore
Laureanda Università ‘D’Annunzio’ Chieti
Foto – La chiesa di Sant’Anna
Foto di Loris Stivaletta