“Non una nuova dottrina, ma l’applicazione misericordiosa di quel ‘vino vecchio’ che, come si sa, è sempre il più buono”. Così monsignor Bruno Forte, arcivescovo della diocesi Chieti-Vasto, durante l’incontro presso il Teatro Rossetti sull’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Amoris laetitia”, che ha segnato un passaggio fondamentale per quanto riguarda la famiglia, “tra crisi e desiderio”. Crisi, per quel dato rilevato dallo stesso monsignor Forte, per cui diminuiscono i matrimoni e aumentano le convivenze, ma anche desiderio di quella famiglia “grembo e scuola di umanità”. Presenti all’incontro, don Nicola Del Bianco, direttore dell’Ufficio pastorale familiare dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto e i coniugi Maria Antonietta e Franco Silvestri, che hanno portato la testimonianza del proprio vissuto, come famiglia e come collaboratori dell’Ufficio pastorale familiare.
Nella riflessione di monsignor Forte, le cause della “crisi della famiglia”, dalla mancanza di lavoro ai problemi abitativi, i fenomeni migratori, fino alle difficoltà legate alla “miseria materiale e umana”. In questo contesto, il senso dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco: “Non giudicare, ma raggiungere tutti con lo sguardo della misericordia, ma senza rinunciare alla Verità di Dio. È facile dire ‘quella famiglia è fallita’, più difficile aiutarla a non fallire. Nessuno deve sentirsi escluso dalla Chiesa“.
Un’impostazione che naturalmente ha anche ricadute “pratiche” nell’ambito delle indicazioni dirette ai pastori e alla comunità ecclesiale. Monsignor Forte ha infatti rivelato un particolare “retroscena” del Sinodo: “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati e risposati – ha riferito monsignor Forte riportando una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fai in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io”. “Tipico di un gesuita” ha scherzato monsignor Forte, attribuendo a quella indicazione una saggezza che ha permesso la maturazione necessaria per giungere alla “Amoris laetitia” che, come precisato da monsignor Bruno Forte, non rappresenta una nuova dottrina, ma “l’applicazione misericordiosa” di quella di sempre.
Dopo la presentazione dell’Esortazione, “il prototipo” di famiglia, nella testimonianza dei coniugi Silvestri, quattro figli, più sette affidatari: “Abbiamo portato avanti la famiglia con grandi sacrifici, perché non abbiamo voluto delegare a nessuno la crescita dei nostri figli, ma naturalmente avevamo anche il lavoro che dilatava i tempi. È stata una scelta difficile, ma il Signore ci ha aiutato. Non siamo più bravi di altri, abbiamo semplicemente tenuto in considerazione la persona più importante, quella davanti alla quale abbiamo detto il nostro sì: il Signore. E il fatto di avere il Signore al centro della nostra vita ci ha dato la forza di andare avanti”. Quindi le “basi” sulla quali costruire con solidità, dalla “pratica” del perdono alle parole chiave “grazie, scusa, permesso”, citate da Papa Francesco, all’importanza della preghiera, come momento familiare e di coppia.
Al termine della testimonianza, spazio agli interventi e alle domande dalla nutrita platea che ha partecipato all’incontro.