18 aprile – Ore 00.00 – Si procede allo scrutinio delle schede (anche se è un dato che non produrrà effetti.
In Italia , con 37mila sezioni su 61mila, i Sì sono al 79%.
A Vasto i Sì sono il 93,22%, pari a 6mila 79 voti (30 sezioni su 43)
Ore 23.45 – Il dato finale è di poco superiore al 32%.
A Vasto il dato definitivo è del 43,07%.
A San Salvo il dato definitivo è del 38,21% di votanti.
Ore 23.30 – Il quorum non verrà raggiunto. I dati di affluenza di 5.304 Comuni (su 8.000) indicano il 31,28% di votanti. A Vasto la percentuale è del 43,41%.
Ore 23.15 – Dai dati diffusi dal Viminale la percentuale dei votanti si attesta attorno al 30% con poco più di 2mila Comuni sugli 8mila totali.
A Vasto (con 11 sezioni su 43) la percentuale è del 43%.
Ore 23.00 – Urne chiuse. È il momento di contare quante persone hanno votato per sapere se il quorum è stato raggiunto.
Ore 19.30 – Bassa affluenza per il referendum: alle 19, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Interno, ha votato solo il 23,48% degli aventi diritto. Meno di un italiano su quattro si è recato alle urne. Leggermente superiore alla media nazionale la percentuale dei votanti in Abruzzo, 25,51%.
A Vasto l’affluenza registrata alle 19 è del 32,62%.
A San Salvo del 27,05%.
Ore 12.00 – Alle 12 a Vasto hanno votato 3791 persone (11,70%). Un dato leggermente superiore a quello nazionale che si attesta sull’8,37%. A San Salvo l’affluenza è dell’8,66%.
L’affluenza della Regione Abruzzo è dell’8,28%. La provincia di Chieti, con il 9,82% è quella con l’affluenza maggiore.
Ore 11.30 – Tanti i cittadini che si stanno recando a votare. Dalle informazioni raccolte nei seggi c’è una percentuale di votanti che si attesta attorno al 10%.
Ore 7.00 – Urne aperte dalle 7 di questa mattina per il referendum “sulle trivelle”. Si potrà votare fino alle 23 di oggi. Per il quorum è necessario che vadano alle urne 25.393.170 aventi diritto. Le piattaforme e le installazioni interessate dal referendum in tutta Italia (in gran parte situate nel Mar Adriatico) sono 92 ed estraggono gas e petrolio entro le 12 miglia.
Con la vittoria del Sì, le società potranno continuare a estrarre e a realizzare nuovi pozzi e nuove piattaforme all’interno della propria concessione fino alla sua scadenza (questo vale solo per le concessioni entro le 12 miglia marine). Una volta scaduta, queste chiuderanno e le concessioni non potranno essere rinnovate grazie alla legge che impedisce estrazioni entro le 12 miglia (la stessa che ha bloccato definitivamente Ombrina Mare). Con la vittoria del Sì non cambierà nulla per quanto riguarda le concessioni al di là delle 12 miglia.
Se avranno la meglio i No o l’astensione, resterà tutto com’è ora: le estrazioni e le attività connesse potranno continuare fino all’esaurimento del giacimento.
IN AGGIORNAMENTO DURANTE LA GIORNATA CON I PRIMI DATI DALLE URNE
LE “QUESTIONI ENERGETICHE” APERTE SUL TERRITORIO – Il referendum odierno ha riacceso il dibattito sulle politiche energetiche del nostro Paese, che di recente di si è attestatato come uno dei principali produttori di energia da fonte solare.
Nel territorio la discussione su produzione energetica e installazioni impattanti non manca.
Nell’Alto Vastese c’è uno dei “vecchi” e grandi parchi eolici abruzzesi: 188 pale distribuite tra Castiglione Messer Marino, Schiavi d’Abruzzo, Roccaspinalveti, Fraine, Roio del Sangro, Montazzoli e Monteferrante. A fine estate 2016 dovrebbero iniziare i lavori di repowering: lo smantellamento di 77 aerogeneratori e la sostituzione con modelli più nuovi e performanti [LEGGI].
Tra le ultime opere in progetto contestate c’è l’impianto per la produzione di biometano che dovrebbe essere realizzato a Montalfano. Quattro Comuni si sono schierati contro (Cupello, Lentella, San Salvo e Monteodorisio). Il comitato locale è in attesa di essere ricevuto dal presidente D’Alfonso. Tra le principali contestazioni ci sono la collocazione troppo vicina alle abitazioni e al cluster F della Stogit e la provenienza della “materia prima” da località distanti (Perugia e Foggia) [LEGGI].
A proposito di referendum, Il biometano, in questa fase, viene spesso citato come “fonte alternativa” dagli esponenti del fronte del Sì.
Altra questione, è poi, quella della produzione di energia da piccole centrali a cippato previste a Guilmi e Carpineto Sinello. La biomassa, in questo caso, sarebbe quella proveniente dalla pulizia dei boschi [LEGGI].
Tra gli ultimi impianti bloccati c’è, infine, quello a biomasse in progetto a San Buono. Paradossali i motivi dello stop: non una vittoria del dissenso nato a San Buono e Furci, ma priorità data a un’opera considerata di interesse strategico nazionale (e che in Abruzzo ha trovato una fortissima contestazione), l’elettrodotto Villanova-Gissi il cui tracciato passa nella stessa zona.