“Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista in questi anni hanno sostenuto e partecipato alla resistenza no-triv, al grandissimo movimento che in Abruzzo si è opposto alla deriva petrolifera”. Lo ribadiscono le due forze politiche di sinistra, che invitano i cittadini a votare “Sì” al referendum sulle trivellazioni petrolifere.
“Con coerenza – si legge in un comunicato – abbiamo posto al centro della nostra azione esclusivamente la difesa del territorio e la costruzione di un modello economico e sociale alternativo, a partire dal Parco Nazionale della Costa Teatina, senza mai pensare a ritorni politici e campagne elettorali. Guarda caso, il Parco della costa Teatina è vergognosamente tornato in una sorta di porto delle nebbie e dimenticato, probabilmente per calcoli politici ed elettorali, anche di alcuni che anni fa si proclamavano difensori dell’ambiente.
Ombrina Mare, la mega opera petrolifera marina che Renzi e D’Alfonso fino a qualche mese fa hanno cercato fino all’ultimo di imporre all’Abruzzo, è stata bloccata solo grazie alla immensa e tenace resistenza del popolo abruzzese, che neanche dopo la manifestazione di Lanciano di quasi un anno fa si è mai tirata indietro. L’opposizione a quello scellerato progetto è stato ribadito durante la recente visita a L’Aquila di Renzi: da una parte gli abruzzesi in difesa del proprio territorio contro l’arroganza di Renzi; dall’altra tutto il Pd abruzzese stretto attorno al presidente del Consiglio e sordo alle istanze dei cittadini abruzzesi. La sintesi della realtà dei fatti, insomma, è che il Pd in questi anni si è schierato coi petrolieri, virando solo dove l’avanzare impetuoso della mobilitazione popolare li ha costretti. Lo dimostra anche questo referendum nel quale, dopo la sconfitta di Ombrina e non vedendo più interesse politico, il Pd abruzzese e il governo D’Alfonso si sono sfilati allineandosi alle posizioni di Renzi.
Invitiamo a votare Sì per abrogare la norma che consente alle società, già titolari di permessi e concessioni, di sfruttare un giacimento entro il limite delle 12 miglia marine anche oltre la scadenza, per tutta la durata della vita utile del giacimento, ovvero praticamente per sempre.Il 17 aprile, ribadiamo nelle urne la nostra opposizione ad un modello di sviluppo che è causa del riscaldamento del pianeta e dei danni irreparabili alla salute e agli ecosistemi. Votiamo Sì per fermare le trivelle e un modello economico dominato dagli interessi delle grandi lobbies petrolifere, per difendere i nostri mari. Votiamo Sì contro chi vuole continuare a speculare in un settore già in crisi irreversibile e dove già si stanno perdendo numerosi posti di lavoro; mentre deve avanzare un sistema di energie pulite, che già si dimostra capace di stimolare domanda di lavoro”.