Per l’Aquila è la notte della memoria. Alle 3.32 di sette anni fa, il 6 aprile 2009, una scossa di magnitudo 5.8 colpì il capoluogo di regione e i Comuni adiacenti. Un terremoto drammatico, che ha portato distruzione e morte: 309 le vittime che questa notte, durante una partecipata e silenziosa fiaccolata, sono state ricordate. Migliaia di persone si sono ritrovate in via XX Settembre per percorrere le vie della città fino a piazza Duomo, passando per le strade dove sono ancora evidenti i segni della distruzione e di una ricostruzione in cui c’è ancora tanto da fare. Accanto ai familiari delle vittime del terremoto de L’Aquila, che ancora oggi chiedono giustizia per quelle 309 morti, c’erano anche i familiari di altre tragedie che hanno sconvolto l’Italia negli ultimi anni, riuniti nel comitato “Noi non dimentichiamo”.
|L’Aquila rinasce? Sì, ma senza studenti – di Roberto Naccarella [LEGGI]|
In piazza Duomo i 309 rintocchi di campana, i 309 nomi scanditi uno ad uno. Tra questi anche quelli di Davide Centofanti e Maurizio Natale, giovani studenti universitari rispettivamente di Vasto e Monteodorisio. Avevano scelto L’Aquila per coltivare i loro sogni, per studiare all’Università, per fare esperienze di vita. E invece in quella città, in quella tragica notte, hanno visto spezzarsi la loro esistenza terrena. Nella chiesa di San Giovanni Battista a Monteodorisio, oggi, 6 aprile, alle ore 18.30, verrà celebrata una messa seguita da una fiaccolata per ricordare Maurizio e tutte le vittime del terremoto.
Monsignor Petrocchi, nella celebrazione della Messa a mezzanotte e mezza, dopo aver ricordato il grande coraggio e la grande forza di tutti gli aquilani che in quei tragici momenti non esitarono a mettersi a disposizione degli altri, ha detto: “Non basta ricostruire L’Aquila. L’Aquila deve risorgere in senso cristiano e umano“. Poi il pensiero commosso alle 309 vittime. “Quando sono arrivato in questa città ho voluto vedere tutte le loro foto, per associare un volto ad ogni nome, per poter pregare per loro, per avere un ricordo ancora più forte”. Rivolgendosi ai familiari ha detto: “C’è un dolore estremo che trapassa l’anima, quello di genitori che perdono i figli. È questo il dolore più grande”.