L’allarme è risuonato al convegno “Catastrofi: duecento anni di frane”, svoltosi nei giorni scorsi presso l’Agenzia per la Promozione Culturale di Vasto. “Una delle prossime emergenze della nostra città – ha spiegato il prof. Davide Aquilano, archeologo e presidente di Italia Nostra del Vastese – potrebbe venire dall’acqua che ancora percorre un ampio tratto dell’antico Acquedotto delle Luci, e che potrebbe causare una frana e un dissesto idrogeologico davvero pericolosi”.
Per questa ragione, probabilmente, alla tavola rotonda erano stati invitati i candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative, ma a partecipare all’incontro c’erano solo Ludovica Cieri (5 Stelle), Massimo Desiati (Centrodestra) e un rappresentante del Nuovo Faro di Laudazi.
Ad aprire l’incontro, era stato l’excursus storico del prof. Luigi Murolo, che ha ricostruito la situazione della frana del 1816 ponendola a confronto con le altre situazioni di dissesto, ed evidenziando come, in quella occasione, non ci furono vittime grazie a un primo rudimentale sistema di “protezione civile” che riuscì a evacuare la popolazione dalla zona che da lì a poco sarebbe franata. A proposito dei lavori di rifacimento del muro di contenimento del giardino di Palazzo d’Avalos, Murolo s’è anche chiesto come sia stato possibile realizzarlo senza idonea opera di drenaggio, prevedendo ulteriori situazioni di dissesto per questo edificio nel giro di pochi anni.
A seguire, vi è stato l’intervento di Lino Spadaccini, appassionato cultore della frana del 1956, che ha ricordato, grazie a un poderoso apparato iconografico e perfino con un servizio tv dell’Istituto Luce, i drammatici momenti dell’evacuazione del quartiere delle Lame, l’abbattimento della Chiesa di San Pietro e i tentativi di salvarla del parroco e della cittadinanza. Infine, il geologo dr. Luigi Di Totto, ha illustrato cause ed effetti dei movimenti franosi, ponendo l’accento sul fatto che gli eventi di dissesto idrogeologico tendono a ripetersi, soprattutto in mancanza di monitoraggio e opere di prevenzione. Insomma, tanta carne al fuoco per la prossima amministrazione comunale, che tra le numerose priorità dovrà necessariamente porre la prevenzione e la manutenzione, per evitare il ripetersi di disastrose situazioni di dissesto idrogeologico.
Fabrizio Scampoli