“In Consiglio regionale Gianni Chiodi e il centrodestra ci hanno sfidato sulla capacità della maggioranza di riuscire a trovare una soluzione politica al problema delle trivellazioni; altri ci hanno invitato a strappare la tessera del PD per protesta nei confronti del Governo. Noi, in assoluta autonomia, siamo stati autori di un’iniziativa referendaria e abbiamo varato due leggi: quella sul Parco nazionale marino e l’altra sul divieto di trivellazione entro le 12 miglia, che domani difenderemo davanti alla Corte Costituzionale con una memoria dell’Avvocatura regionale attivata dalla delibera di Giunta n. 7 del 12 gennaio scorso; tutto questo pur di fermare Ombrina di ferro”.
Così il consigliere Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale, che aggiunge: “Le nostre azioni hanno generato la riapertura di una riflessione politica a livello nazionale cui ha fatto seguito la norma del Governo, che tutti hanno applaudito e festeggiato anche se frutto di meriti altrui. Quindi non si può assolutamente parlare di captatio benevolentiae, anzi possiamo rivendicare una posizione scevra da condizionamenti di sorta. Rispetto ai quesiti referendari – conclude D’Alessandro – la Cassazione ha determinato la permanenza in vita di uno solo di essi, in quanto gli altri sono stati ritenuti assorbiti e quindi superati proprio dalla nuova normativa del Governo. Al riguardo, per noi è cessata la materia del contendere, poiché le nostre richieste sono state ampiamente soddisfatte. Ciò che possiamo affermare con certezza è che conserveremo le dichiarazioni di tutti in modo da rileggerle tra qualche anno, compresa questa: Ombrina non si farà. Dal 20 gennaio riprenderemo l’iniziativa per ampliare la fascia di mare blu e difendere le isole Tremiti”.