C’è chi vive “da protagonista” la festa del papà per la prima volta, vivendo sulla propria pelle sensazioni, emozioni forse sconosciute fino a tempo fa. È il caso di Gianni Cordisco che, assieme, alla sua Rossella, è diventato papà di Maristella da poco più di un mese. Un papà sempre di corsa, che al tempo dedicato al lavoro unisce il tempo speso per la passione politica nel territorio (è assessore di Lentella, dirigente provinciale del Pd e dei giovani di Anci Abruzzo) e che deve ogni giorno sperimentare una nuova dimensione nei rapporti con questa piccola vita che cresce. “Adesso capisco cosa vuol dire vivere la festa del papà – ci racconta – . Non è solo fare un omaggio al mio di papà ma qualcosa che ricorda una responsabilità”.
Il suo lavoro come professionista non ha orari fissi, a volte neanche giorni. E poi c’è l’impegno politico che spesso, anche dopo una lunga giornata di lavoro, lo porta ad essere lontano da casa. Tenere insieme tutto è complicato. “E infatti le cose non stanno insieme, è difficilissimo conciliare. Da quando è arrivata Maristella è un mio desiderio quello di vivere la famiglia, la bimba in questo momento. Il problema è che questo tipo di lavoro non ti lascia tregua, non ti da certo il tempo per aspettare che lei cresca. E, di fatto mi perdo tanti pezzi della sua vita. Torno a casa la sera, spesso dopo 10-12 ore e in genere me la godo quasi di notte”. Con il passare degli anni le attenzioni richieste da una figlia aumenteranno. Come si fa? “Un po’ le cose si incastrano per quelle che sono. Io ho sempre fatto una vita in questo modo, oggi ho mia figlia in più che è la cosa più importante: ogni tipo di tempo, di spazio, lo dedico a lei. Penso che mia figlia debba avere un padre che è Gianni, non una persona diversa. Gianni fa queste cose qui, è così, lo è per la mamma e lo sarà anche per lei. Non penso di voler essere un padre da presepe ma sarò quello che sono stato sempre”.
Prima di essere padri si è mariti. E, con una vita così densa di impegni, qualche “rimprovero” per le assenze tra le mura di casa, magari perchè dopo una giornata di lavoro c’è una riunione con il partito, può esserci sempre. “Rimproverare non è il termine giusto. Mi ricorda che mia figlia non sarà piccola per sempre e quindi di trovare tutti gli spazi possibili per godermi questi momenti. Sicuramente io posso fare quello che faccio perchè mia moglie me lo consente, non sta lì a contare quanti minuti sto a casa o fuori casa. È contenta di quello che faccio e lo vive con serenità. Mi ricorda spesso, ed è anche più duro di un rimprovero, qualche novità della bimba e mi dice: poi quando torni ti faccio vedere. Io spesso vivo le cose di mia figlia in un secondo tempo”. Prima di diventare padri c’è un tempo di attesa in cui si prova ad immaginare “come sarà”. La realtà, poi, è qualcosa di speciale. “Non te la puoi aspettare. Non faresti per nessuna persona al mondo tutto ciò che fai per tua figlia. Prima che nascesse mi spiegavano, mi raccontavano, così come ora lo sto raccontando io, ma sono cose che se non le vivi davvero non puoi comprenderle. È un insieme di momenti, situazioni che vivi nel tuo quotidiano, cose che prima non facevi e che oggi fai. E poi con lei non puoi aspettarti nulla, è sempre tutta una novità”.
Nel giorno dedicato ai papà si è “festeggiati” ma si festeggia anche il proprio genitore, con cui cambia un po’ il rapporto. “Si modifica il tuo essere figlio perchè i tuoi genitori entrano più nel ruolo di nonni che in quello di genitori vedendo che, oltre te, c’è una nuova vita che ha più bisogno di attenzioni in questo momento. Davvero cambia il modo di essere figlio. Oggi mia madre mi chiede solo che fa tua figlia?, non che fai tu?. Questo non perchè non si interessi più a me ma perchè c’è un’attenzione diversa”. Una nuova vita che viene al mondo, in tempi come quelli attuali in cui ansie e preoccupazioni per il futuro non mancano, è sempre una responsabilità. “Ma io non sono preoccupato. Sarò impegnato per dare a mia figlia tutto ciò che le serve per affrontare quello che troverà sul suo cammino. Mi sembra una cosa troppo grande pensare di adeguare il mondo a quello che vorrei per lei. Cerco di dare a mia figlia gli strumenti per vivere, come abbiamo fatto noi del resto, la vita così come viene. Non sono un papà angosciato, cercherò di darle le elementi per poter scegliere tra cosa è meglio e cosa è peggio”.