“Val Sinello: senza calze, senza scarpe, senza pantaloni? Non ve lo permetteremo”. C’erano queste due frasi su uno striscione al culmine delle tensioni della Golden Lady e delle prime difficoltà del Pantalonificio del Gruppo Canali di Gissi, nel 2013. Tre anni dopo, la triste profezia sembra diventare realtà.
Questa mattina a Pescara, in Regione, c’è stato l’atteso vertice tra i rappresentanti della Canali, i sindacati, Giovanni Lolli (assessore alle Attività produttive) e il sindaco di Gissi Agostino Chieffo; presenti anche numerosi lavoratori poi entrati in sede.
L’esito dell’incontro è preoccupante. “Il venduto è diminuito ulteriormente – dice Giuseppe Rucci della Filctem Cgil – Il problema del pantalone singolo è diventato strutturale per Gissi. La situazione è tale da non far prevedere un futuro produttivo. L’unico dato positivo, se così lo vogliamo chiamare, sta nel fatto che la società non ha ancora aperto la procedura per la cessazione dell’attività, raccogliendo l’invito di sindacati e Regione di lavorare per trovare soluzioni alternative interne o esterne”.
“La situazione è tale da non far prevedere un futuro produttivo”, una frase che apre un nuovo terribile periodo di incertezza per circa 100 lavoratori – in maggioranza donne – e altrettante famiglie del Vastese. Il territorio, dopo aver perso ultimamente, in un lento stillicidio, i 380 posti della Golden Lady e i 44 della Sider Vasto, si prepara ad offrontare così una nuova crisi occupazionale.
Martedì 22 marzo i sindacati hanno convocato un’assemblea straordinaria dei lavoratori nell’aula consiliare del Comune di Gissi. I cancelli della fabbrica infatti sono già chiusi; i lavoratori oggi sono tutelati dalla cassa integrazione a zero ore (nel reparto giacche, oltre 190 lavoratori, invece, si produce tre giorni a settimana).
Nonostante alcune dinamiche siano diverse, il risultato rischia di essere lo stesso di altre vertenze: un colpo mortale all’occupazione nel Vastese, soprattutto quella femminile.