Se a livello nazionale tiene banco l’affaire Meloni che si appresta ad affrontare una lunga campagna elettorale durante la gravidanza, anche nella dimensione politica locale irrompe il delicato equilibrio tra sensibilità e gioco delle parti.
Nel consiglio comunale di questa mattina, il primo sindaco donna di San Salvo, Tiziana Magnacca, per la prima volta nel suo mandato ha dovuto affrontare la discussione di una mozione di sfiducia nei propri confronti e in quelli della giunta. Più di quattro ore di discussione accesa che oltre a sancire l’ufficiale uscita dalla maggioranza di Nicola Argirò [LEGGI] ha vissuto momenti particolarmente concitati.
Il primo riferimento allo stato di salute del sindaco lo ha fatto Domenico Di Stefano che dai banchi dell’opposizione ha auspicato una dimensione “umana” della discussione rivolgendo i propri auguri a una Tiziana Magnacca visibilmente emozionata.
È stato poi il primo cittadino – quando ormai i toni auspicati avevano lasciato spazio ad altro – a tornare ampiamente sull’argomento nel suo intervento conclusivo con il quale ha rivolto accuse non troppo velate ai consiglieri dell’opposizione: “Lasciatemelo dire, questa mozione è stata inopportuna anche dal punto di vista umano. Non voglio fuggire dalla verifica di governo, ma si sarebbe potuta fare in occasione dell’approvazione del Bilancio o qualche giorno dopo la metà del mese di maggio, quando avrei avuto condizioni fisiche migliori. Se tra un anno alla guida della città ci sarà un capovolgimento di fronte, il mondo della donna non sarebbe rappresentato da questi amministratori che non hanno saputo aspettare: nessuno incontrerà la loro sensibilità che, invece, almeno, mi sarei aspettata da chi fa parte del mio stesso genere. Non chiedo sconti, ma mi spaventa il maschilismo di questa parte politica che si è sempre fatta portatrice di battaglie a favore dei diritti della donna”.
L’intervento ha suscitato le veementi reazioni di Arnaldo Mariotti e Filomena D’Addario che hanno accusato il primo cittadino di strumentalizzazioni.