Anche i “piccoli” si arrabbiano. I cittadini di Montalfano si preparano a scendere in strada per ottenere un ripensamento dalla Regione Abruzzo riguardo il progetto della centrale per la produzione di biometano da realizzare sulla fondovalle Treste [LEGGI]. Le ultime giornate sono contraddistinte da un susseguirsi di riunioni e confronti tra i residenti, riunitisi nel comitato “No Biometano” [la pagina FB].
L’intenzione è far presto. La nuova conferenza dei servizi potrebbe essere convocata già a metà mese, durante questa dovrebbe essere presentato anche il parere della Asl sugli aspetti igienico-sanitari della faccenda.
Martedì sera si è tenuta un’affollata assemblea pubblica nell’ex edificio scolastico alla presenza dei rappresentanti istituzionali. I timori sul progetto della società creata ad hoc Cupello Biomasse (e che sarà realizzato dalla Hoffenberg srl) hanno unito la popolazione in un’unanime posizione contraria.
Il comitato in poco tempo è riuscito a coinvolgere anche le amministrazioni di altri Comuni confinanti che hanno firmato (o stanno per farlo alla prima occasione utile, consiglio comunale o giunta) documenti di contrarietà al progetto: Lentella (che si ritroverebbe l’impianto proprio sotto il belvedere), San Salvo e Monteodorisio.
Come accaduto per altri progetti, una delle maggiori obiezioni riguarda il destino di tutta l’area che già oggi presenta insediamenti impattanti. “Qui – spiegano dal comitato – abbiamo già i vari impianti della Stogit, poi c’è la porcilaia Amadori, c’è il Civeta e c’è la Laterlite. La loro presenza si sente, soprattutto per quanto riguarda gli odori. Una cosa vogliamo precisare: non abbiamo nulla di personale nei confronti degli attuali proprietari del terreno sul quale è previsto l’impianto, i nostri timori riguardano esclusivamente il progetto”.
C’è poi la “questione distanze”, innanzitutto quella dalle abitazioni. Il terreno dove dovrebbe sorgere la centrale si trova a circa 400 metri dalle prime case di via Lentella. Da considerare, inoltre, la distanza dal Cluster F della Stogit: l’impianto ricadrebbe all’interno della fascia di rispetto.
A questi vanno aggiunte le perplessità su una zona troppe volte messa a dura prova dal dissesto idrogeologico, l’ultima il 27 novembre scorso quando il fiume Treste portò via un ampio tratto di strada della fondovalle [GUARDA LE FOTO]. Il corso d’acqua si trova a poche centinaia di metri e tutta la zona è soggetta a frequenti allagamenti.
Sotto la lente c’è soprattutto la quantità di materia prima che l’impianto dovrà “digerire” (l’impianto si basa sulla digestione anaerobica): la stima fatta dal vicesindaco Travaglini in assemblea è di circa 1.910 quintali al giorno di sostanze varie che vanno dal cippato agli scarti organici animali e vegetali. A testimonianza che “bisogna far presto” ci sono già i contratti firmati con diverse aziende per l’approvvigionamento della materia prima: questa oltre che da alcune aziende del territorio, arriverà dalle province di Campobasso, Foggia e Perugia.
La protesta a Montalfano è dietro l’angolo, si stanno coinvolgendo i paesi vicini, soprattutto per accendere i riflettori sulla vicenda e richiamare l’attenzione dei vertici regionali. La prima data utile è il prossimo 11 marzo, quando il sottosegretario con delega all’Ambiente Mario Mazzocca sarà a Cupello, poi non sono escluse manifestazioni ancor più eclatanti per quella che è vista come una “battaglia contro il destino già segnato di un territorio”.