“Noi che vogliamo il servizio di emodinamica all’Ospedale di Vasto“. Sono oltre 7mila (e crescono ora per ora) i membri del gruppo creato dal dottor Ugo Aloè su facebook [CLICCA QUI] per rilanciare un appello che ormai da troppi anni cade nel vuoto: avere una sala emodinamica, fondamentale presidio sanitario per salvare vite umane, all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto.
Se ne parla da tanto, troppo tempo, tra annunci e promesse cadute nel vuoto che, allo stato dei fatti, vedono un ospedale a cui fa riferimento un territorio da 100mila abitanti senza una sala emodinamica (tra le tante criticità). Sulla sua importanza basti ricordare un episodio avvenuto nel 2014 a Chieti, in cui fu la stessa Asl a sottolinearne i benefici per salvare la vita ad un giovane calciatore colpito da infarto [L’ARTICOLO].
Molti esponenti politici del vastese, nel corso di questi ultimi anni, hanno più e più volte chiesto all’assessorato alla sanità regionale di intervenire con urgenza per portare al San Pio il fondamentale servizio. Politici di tutti gli schieramenti, da Peppino Forte ai consiglieri vastesi di centrodestra, Tagliente e Prospero intervennero quando erano in consiglio regionale interpellando Chiodi, Maria Amato ha spesso sollecitato sulla revisione della rete di emergenza-urgenza, e poi Mario Olivieri (che tra l’altro è presidente della commissione regionale sanità), Pietro Smargiassi, con una recente interrogazione in consiglio regionale. Proprio in seguito a questo intervento l’assessore Paolucci ha detto: “stiamo ancora facendo tutte le valutazioni in ordine ai numeri che devono essere garantiti secondo il volume delle prestazioni previste dalla legge rispetto alla dislocazione della sala. Quindi non c’è ancora una risposta definitiva sul punto“. [L’ARTICOLO]
Intanto c’è la voce dei cittadini che, attraverso la rete, chiedono a gran voce la sala emodinamica. Nel gruppo si leggono messaggi di sostegno all’iniziativa del dottor Aloè e anche esperienze familiari come questa: “Sono contenta di far parte di questo gruppo, se all’ospedale di Vasto ci fosse stato questo servizio mio marito non avrebbe avuto il brutto infarto che ha avuto un anno fa con doppio arresto e tutte le conseguenze. Ci hanno detto che il tutto è stato causato anche dal tempo perso per arrivare a Chieti”.