Basta con “l’epoca del feudo”. Maria Amato all’attacco, ieri sera, a dieci giorni dalle primarie che, domenica 6 marzo, decreteranno il candidato sindaco del centrosinistra di Vasto. “Non è importante che ‘Paolucci è amico mio, D’Alfonso è amico mio'”, scandisce la parlamentare del Pd senza mai nominare il suo avversario, Francesco Menna.
Nella sala conferenze della Società operaia di mutuo soccorso di Vasto ci sono un centinaio di sostenitori della deputata dem in corsa per la nomination. A introdurre l’incontro pubblico con la candidata è Antonio Del Casale, segretario cittadino del Pd, che un’ora dopo porterà il suo saluto anche all’analogo appuntamento tenuto da Menna quasi in contemporanea: un’ora dopo. E sulla concomitanza la Amato non nasconderà il suo disappunto.
“E’ vero – è la frecciata che Del Casale lancia al centrodestra – che un sindaco non si improvvisa, ma è altrettanto vero che non si ricicla, né bisogna avere l’ossessione di fare il sindaco a tutti i costi”. Si nota la presenza di due assessori, Luigi Masciulli e Luigi Marcello, dei consiglieri comunali Elio Baccalà (presente poi anche alla conferenza di Menna) e Domenico Molino, degli ex consiglieri Fabio Giangiacomo, Nicola D’Adamo e Ivan Aloè. Da San Salvo due volti noti della politica: l’ex sindaco Gabriele Marchese e il renziano Agostino Monteferrante.
La polemica – Prima di rispondere alle domande dei presenti, la deputata dem affonda il colpo contro il suo competitor: “Non sono contenta di come si stanno svolgendo le primarie”. Esprime apprezzamento per il dibattito tenutosi in settimana e organizzato dal consorzio Vivere Vasto Marina, ma poi, riferendosi alla conferenza di Francesco Menna: “Non mi piace che si facciano eventi in contemporanea. Avrei voluto che si facessero insieme”.
“Basta col feudo” – Anche le successive stilettate sono dirette a Menna, che è componente della segreteria dell’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci: “Non è importante – polemizza Maria Amato – che ‘Paolucci è amico mio, D’Alfonso è amico mio’. Le scelte si fanno in trasparenza, alla luce del sole”.
“Non è importante avere il parlamentare componente della commissione Sanità o della commissione Trasporti. Non è importante avere il parlamentare forte. La strada rotta va riparata ugualmente. L’epoca del feudo finisce nel momento in cui, tutti quelli che in quel territorio ci vivono, scelgono che il feudo non è il sistema che vogliono vivere”. E inoltre “l’onestà e la carità si vivono, non si dichiarano”.