Tra i due litiganti l’immondizia gode. È il caso della Particella 18 di San Salvo Marina, un’area demaniale al centro del dibattito da oltre 10 anni. Se da una parte i botanici riconoscono in essa un’area di prestigio naturalistico, dall’altra le varie amministrazioni degli ultimi anni se ne sono contesi la destinazione d’uso sperando nell’acquisizione da parte di privati. In mezzo – approfittando dello stallo lungo un decennio – l’area è diventata una discarica interrata a cielo aperto.
L’ambiente umido retrodunale di quest’area di circa 19mila metri quadri ha permesso la salvaguardia di alcune rare specie (come documenta il botanico Aurelio Manzi nel volume Storia dell’Appennino centrale presentato anche a San Salvo nel 2013) nonostante la forte spinta urbanistica su tutti i lati, ma non è stato ritenuto opportuno agire sulla scia di quanto fatto con il vicino giardino botanico meditteraneo.
CENTRO BENESSERE MAI NATO – La giunta di Gabriele Marchese pensò di realizzarvi un moderno polo turistico. Un progetto ambizioso che prevedeva la ripartizione dell’area in tre: un terzo per un centro benessere, un terzo per alberghi, bar e ristoranti e un terzo per residence, attività commerciali e strutture sportive. Il bando pubblicato nel 2009 suscitò solo qualche timido interesse da parte di privati mai concretizzatosi.
ALTRI APPARTAMENTI – La Particella 18 è tornata alla ribalta con la presentazione del nuovo prg di San Salvo con il quale si propone il cambio di destinazione d’uso per ricavarne nuovi spazi residenziali e ricettivi [LEGGI].
Una decisione, questa, che ha scatenato un acceso botta e risposta tra maggioranza e opposizione. L’ex sindaco Marchese infatti, nel frattempo, è tornato sulle proprie decisioni dell’epoca: “Quella di usarla per strutture ricettive forse era una scelta che aveva senso 14 anni fa, ora bisogna ripensare alla sua destinazione d’uso. Durante il mio ultimo mandato gli appartamenti alla marina erano circa 5mila, molti dei quali vuoti anche durante l’estate. Impensabile crearne di nuovi”.
L’intreccio è di non poco conto. L’attuale giunta di Tiziana Magnacca crede molto nel valore della Particella 18, soprattutto quello economico. I circa 2.800.000 euro che arriverebbero dalla sua vendita dovrebbero finanziare il piano triennale delle opere pubbliche (definito dallo stesso Marchese un “libro dei sogni”), ma l’area è stata inizialmente inserita nella perimetrazione di quel miraggio chiamato “Parco della costa teatina” (insieme al vicino porto turistico). Il primo cittadino sansalvese è tra i tanti sindaci ad aver chiesto una nuova perimetrazione ritenuta necessaria per non bloccare lo sviluppo dell’area (parzialmente ottenuta con l’ennesimo stand by al parco).
La vicenda, inoltre, si è arricchita di un’altra puntata. Gli adiacenti lotti 1, 2 e 3 (usati come parcheggi durante l’estate) sono stati acquistati dalla società sansalvese Oceania s.r.l. nel settembre 2014. Il Comune ricorse al Tar contro l’assegnazione perdendo e venendo condannata al pagamento delle spese. Attualmente l’ente è in attesa di conoscere l’esito del ricorso al Consiglio di Stato; qualche mese fa, intanto, questo non gli ha riconosciuto la sospensiva dell’assegnazione.
UNA DISCARICA “UFFICIOSA” – In attesa di sbrogliare l’intricata matassa, l’attuale destinazione d’uso dell’area sembra essere quella di discarica. Nel corso degli anni, lo sversamento di rifiuti è stato regolare, tanto da far registrare l’innalzamento del terreno che una volta ospitava uno stagno retrodunale stagionale sempre più ridotto.
Altro punto non secondario è quello che riguarda gli autori dell’accumulo e dell’interramento dei rifiuti nel corso degli anni. I soliti cittadini “maleducati”, che pure non mancano, difficilmente potrebbero trasportarvi dalla vicina spiaggia grosse quantità di sabbia contenenti rifiuti di ogni genere: è possibile infatti trovarvi boe seminterrate, giochi da mare, scheletri di attrezzature da pesca ecc. La stessa sabbia, poi, a più riprese è stata usata per coprire i rifiuti degli anni precedenti.
[GUARDA LA SITUAZIONE ATTUALE]
Insomma, tra piani regolatori, destinazioni d’uso, ricorsi e controricorsi, oggi nel bel mezzo di San Salvo Marina c’è un’ampia discarica a cielo aperto, in parte interrata: non proprio il biglietto da visita che dovrebbe rappresentare la città.