“Le statistiche ci dicono che sono oltre sei milioni gli uomini vittime di violenza, oltre 3,8 milioni di violenza sessuale e 2,5 milioni di atti persecutori. Circa 500 mila solo a Roma. Questi sono i numeri emersi da una ricerca presentata nel 2012, a Roma, sulla violenza della quale sono vittime soggetti maschili. Dati sorprendenti che rappresentano un quadro sociale, per certi versi sconvolgente, elaborato attraverso i migliori criteri Istat”. Lo ricorda Antonio Borromeo, presidente dell’associazione Papi Gump per la tutela dei diritti dell’infanzia e della famiglia, citando uno studio pubblicato nel 2012 su Rivista di criminologia, vittimologia e sicurezza.
“Nonostante la ricerca sia stata pubblicata da diverso tempo, nel 2016 ancora non si placano le proteste di chi non accetta che anche le donne italiane possano essere violente come gli uomini.
Contrariamente a quanto previsto per le vittime femminili, per l’uomo non esiste alcuna sollecitazione istituzionale al fine denunciare la violenza subita, nessun centro di accoglienza, nessun numero verde, nessuno sportello di ascolto pubblico o privato.
Vorrei chiedere ai dirigenti scolastici di dare la possibilità a tutti di denunciare la violenza di cui siamo circondati, sia quella messa in atto dall’uomo sia quella messa in atto dalla donna. Questo al solo fine di fornire una giusta informazione e far comprendere ai ragazzi che la violenza non ha genere.
Perché la violenza è violenza. Sia che venga messa in atto da un uomo sia che venga messa in atto da una donna. E quel che è peggio, come spesso accade, si riversa sulla pelle dei bambini e sul loro futuro”.