Siamo andati a trovare Rocco D’Adamio, primo cittadino di Dogliola, uno dei comuni più piccoli del Vastese. Cresciuto a pane e politica – è entrato in consiglio comunale a 23 anni – oggi si trova alla scadenza del suo primo mandato da sindaco con un importante progetto all’orizzonte, quello del polo scolastico della Valle del Trigno.
Sindaco da cinque, ma siedi in consiglio da oltre 20 anni, in Comune ci sei entrato ventenne.
Sì, sono praticamente cresciuto con la politica perché anche mio padre ha sempre frequentato questi ambienti, è stato poi assessore quando ha vinto la sinistra per la prima volta a Dogliola. Se in famiglia si parla di politica, è probabile che anche i figli si avvicinino a quel mondo, altrimenti è molto difficile soprattutto oggi.
Nel 1993 ero uno dei pochi ragazzi che si impegnava e da lì iniziai, la mia lista perse per 7 voti.
Hai iniziato quindi in opposizione, un’esperienza formativa?
Sì, utilissima. Da lì poi ho iniziato a rivestire tutti i ruoli: consigliere di minoranza per 8 anni, capogruppo di minoranza, assessore, vicesindaco e assessore alla comunità montana. Diventare sindaco è stata insomma una tappa naturale.
E dal 1993 cos’è cambiato?
Nel ’93 le risorse c’erano e si potevano chiedere fondi a Stato e Regione. In questi cinque anni da sindaco ho trovato solo porte chiuse, a eccezione nell’ultimo anno per quanto riguarda i fondi per il polo scolastico.
Quali entrate avete quindi?
Abbiamo le entrate provenienti dagli affitti, cinque capannoni nella zona industriale (di cui due alla Protezione civile) e altri immobili in paese.
Ci sono poi 62.500 euro netti all’anno provenienti dal parco fotovoltaico di 1 Mw, è entrato in funzione dal 2011. Anni fa ci fu pure una richiesta da una ditta del Foggiano per installare due pale eoliche da 3 Mw, ma non eravamo molto convinti.
Dogliola ora è al centro del progetto del polo scolastico della Valle del Trigno. Qual è il punto della situazione?
Dogliola è stata individuata dalla Regione come Comune idoneo a ospitare il polo. Non nego che altri Comuni hanno provato a metterci il bastone tra le ruote pensando di favorire progetti a loro più vicini, ma che in realtà stanno solo sulla carta. Qui abbiamo fatto incontri con tutti i sindaci della vallata; incontri anche molto accesi. L’assessore regionale Di Matteo ha spiegato chiaramente il perché della scelta. Partendo da Lentella e arrivando a Celenza sul Trigno, Dogliola è proprio nel mezzo, oltre ad avere una delle poche zone sulla Trignina fornita di tutti i servizi primari e secondari: luce, acqua, metano, fogne, depuratore ecc. Ad esempio l’intenzione di Carunchio è quella di fare un polo su un territorio di 2-3 ettari, in mezzo alla natura, ma dove non c’è nessun servizio: si realizzerebbe una cattedrale nel deserto.
Attualmente i comuni che porterebbero i propri alunni nel polo scolastico sono Dogliola, Palmoli, Fresagrandinaria, Lentella e San Felice del Molise per un numero stimato intorno a 350/400 ragazzi. Per quello che so, per il progetto “Aree Interne”, che alcuni Comuni vogliono adottare, i soldi non ci sono e né ci saranno.
Per questo polo, invece, i fondi sono certi. In prospettiva tutti i Comuni della vallata saranno costretti dai numeri a unirsi, anche perché tutti, tranne Lentella, sono costretti a passare per Dogliola per raggiungere Vasto e San Salvo.
Quindi, a che punto è il progetto?
Il Miur ci ha chiesto dei chiarimenti su alcuni aspetti e noi li abbiamo forniti. Giorni fa si è tenuto il consiglio comunale per il cambio di destinazione d’uso del terreno individuato per la scuola. Abbiamo anche assicurato la disponibilità a buttare a terra i capannoni se sarà necessario per realizzare un polo più grande. Ora stiamo attendendo il parere finale del Miur.
Io ho cercato di spiegare ai colleghi sindaci che se non si fa a Dogliola non si farà in nessun altro posto del Vastese; al massimo quei fondi verranno dirottati su Ortona, Francavilla ecc. Questi sindaci contrari sono pronti a prendersi la responsabilità di far perdere 2 milioni di euro di finanziamento al Vastese?
Questo polo è una soluzione contro lo spopolamento?
Penso di sì, per tutto il territorio, anche la fase di costruzione darà un importante contributo lavorativo. Pure se l’impresa verrà da fuori, comunque la manodopera sarà di qui per almeno un paio di anni.
Avremo, soprattutto, una scuola adeguata per tutti i ragazzi, perché in molti Comuni ormai ci sono diverse pluriclassi.
Meno di 360 abitanti, che si fa per non far morire questo paese?
Che si fa? Si cerca di far funzionare la zona industriale e di non aumentare le tasse; per Imu e Tasi abbiamo applicato il minimo.
Siamo passati negli ultimi 20 anni da circa 500 abitanti a 360 perdendo 140 persone, quasi un terzo: non è poco. L’assenza di giovani purtroppo si sente, ad esempio non c’è associazionismo; ci sono solo la Protezione civile e il comitato feste. La squadra di calcio c’è stata per 8 anni, poi si è ricostituita nel 2011 per un solo anno.
Ti senti un sindaco di serie B rispetto ai colleghi di centri più grandi?
Sì, anche di serie C/D. Quando il sindaco è costretto a fare tutto, anche a spalare la neve significa che è di serie C. Un sindaco di una grande città ha tanti problemi, ma anche tante risorse per risolverli. Qui magari ci sono pochi problemi, ma non ci sono né risorse né personale per affrontarli. Abbiamo solo un dipendente in giro per il paese.
Il primo cittadino è diventato il factotum, ci stanno facendo morire di eutanasia come è successo con le Province. Decidessero di accorparci per chiarezza verso i cittadini; noi al 90% delle loro richieste non possiamo rispondere.
I sindaci di serie C si sono uniti qualche mese fa mandando in crisi il traffico della Statale 16. È servito?
È stato l’unico mezzo che potevamo adottare. Secondo me, è servito e siamo disposti a replicare, nonostante i “rimproveri” del Prefetto. Dopo quell’iniziativa le risorse sono arrivate almeno per affrontare le emergenze. È il segno, comunque, che insieme contiamo qualcosa, da soli niente.
Primo mandato al termine, qual è stata l’emergenza più grave che hai affrontato?
Il primo anno un grosso incendio nella zona industriale, è stata una bruttissima esperienza. Poi, sicuramente la nevicata del 2012: una settimana bloccati. Purtroppo, a ogni evento atmosferico, ormai, si torna all’emergenza come il 5 marzo dell’anno scorso quando mancò la corrente elettrica: una circostanza alla quale non siamo più abituati, prima era una costante a ogni pioggia.
Qual è il bilancio di questi 5 anni?
La politica è la cosa che faccio più volentieri, ma è dura perché non puoi dare risposte alla popolazione.
A giugno che farai?
Non lo so, la mia disponibilità c’è, ma molto dipende dalla volontà dei nostri elettori. Per questo ci sarà un confronto pubblico con loro e nel caso si riscontrasse un parere negativo predominante farò a meno di candidarmi. Ho tanti riscontri positivi, ma sono sincero: le critiche non mancano… vedremo.
La scheda di Rocco D’Adamio
Nato: 12/08/1968
Stato civile: sposato, due figli
Risiede a: Dogliola
Professione: libero professionista (avvocato)
Sindaco dal: maggio 2011
Schieramento di elezione: lista civica “Rinascere” (centrosinistra)
Precedenti incarichi: dal 1993 consigliere comunale, dal 2006 al 2011 vicesindaco, dal 2001 al 2009 assessore Comunità montana
Numero residenti Comune: 367
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