E’ il giorno della protesta degli argicoltori contro gli aumenti dei canoni imposti dal Consorzio di bonifica Sud. Si ritroveranno stamani dinanzi alla sede dell’ente, in contrada Sant’Antonio Abate, a Vasto, per dire no a incrementi superiori al 50%.
“Sarà una protesta civile, ma decisa, – hanno annunciato le associazioni- , perché non possiamo rimanere in silenzio di fronte all’ennesimo tentativo di scaricare sulle spalle degli agricoltori responsabilità di altri. Il mondo agricolo, che ha sempre pagato pur non ricevendo dal Consorzio servizi adeguati, non merita un simile trattamento”. Tra i disservizi denunciati degli agricoltori c’è la stagione 2015, in cui “per oltre 20 giorni una parte del Vastese non ha avuto servizi in un periodo di caldo torrido bruciando in questo modo numerosi ettari di coltivazioni”.
Le tre associazioni di categoria, dopo aver chiesto di rivedere la politica sugli aumenti dei canoni consortili, senza aver ottenuto risposte soddisfacenti, scenderanno in strada per protestare. “Questo non significa che disconosciamo l’impegno e gli sforzi che l’attuale governo regionale sta mettendo in campo per risanare la struttura e garantire i servizi. Sappiamo che la Regione si è trovata di fronte una situazione drammatica da gestire e ribadiamo la nostra volontà di collaborazione nella difficile azione di risanamento. Ma diciamo anche che non si può partire solo dagli agricoltori nel cercare di reperire le risorse necessarie“.
Al centro della protesta c’è non solo l’aumento, ma anche “la modalità con cui l’ex commissario del Consorzio di Bonifica Sud, Giampiero Leombroni, ha preso questa decisione: in maniera cioè assolutamente autonoma e non concordata con le associazioni che rappresentano il mondo agricolo. Chiediamo inoltre – concludono le tre associazioni – la garanzia dei servizi da assicurare agli agricoltori, in particolare per quanto riguarda la prossima campagna irrigua, rivedere gli aumenti del 2016 e verificare gli impegni con la Consulta delle organizzazioni professionali agricole, organo voluto per condividere gli obiettivi del processo decisionale, ma completamente ignorato in occasione della decisione dell’aumento dei canoni consortili”.
Intanto il Meetup Histonium 5 Stelle ha deciso di organizzare un incontro pubblico a riguardo: “Recenti sentenze della Cassazione e delle Commissioni Tributarie Provinciali, – spiegano dal Meetup Histonium – hanno stabilito l’illegittimità della tassa dei Consorzi di Bonifica, in quanto le tasse di bonifica ai contribuenti possono essere richieste solo in presenza di effettive migliorie e solo a coloro che di tali migliorie hanno usufruito. […] In altre regioni, coloro che hanno esercitato azioni collettive non hanno pagato alcunché, anzi hanno potuto esercitare azione risarcitoria a rimborso di quanto già pagato. Invitiamo pertanto quanti interessati, a contattarci tramite mail al seguente indirizzo per un prossimo incontro pubblico a data da stabilire: [email protected]”.
Anche il consigliere regionale Mario Olivieri è intervenuto a riguardo: “È necessario che la Regione Abruzzo e l’attuale commissario intervengano. L’esagerato rincaro tariffario – qualora si rendesse indispensabile – va diluito in un chiaro programma che garantisca, al contempo, investimenti e miglioramenti nella bonifica. È altresì necessario ridurre i costi di gestione garantendo anche il completamento della diga di Chiauci in maniera da garantire la gestione irrigua in tutto l’arco dell’anno. Solo allora si potranno chiedere sacrifici che potranno essere finalizzati al risanamento dell’ente”.
Dall’opposizione, però, è arrivato l’annuncio del consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, della presentazione di un ordine del giorno da inserire nel prossimo Consiglio per chiedere “la revoca immediata della delibera inerente l’aumento spropositato dei canoni idrici varato a dicembre scorso dal Consorzio di Bonifica Sud”.