Hamid Maathaoui è il responsabile dell’assassinio di Michela Strever, la 73enne legata, picchiata e soffocata nel 2012 a Vasto.
Lo stabilisce la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 30 anni di reclusione inflittagli in primo grado dal gup del Tribunale di Vasto, poi confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila.
“I magistrati della Suprema Corte – spiega l’avvocato Arnaldo Tascione, legale della famiglia Strever – hanno definitivamente riconosciuto le aggravanti della minorata difesa della vittima”, che aveva problemi di deambulazione, “e della crudeltà, visto che, prima di soffocarla, l’omicida le aveva provocato fratture al busto”.
Il delitto avvenne il 12 dicembre 2012 nella casa della donna, in via de Nardis, nella parte nord del territorio comunale di Vasto. In base a quanto accertato dagli investigatori, fu un omicidio a scopo di rapina: la 73enne fu uccisa per rubare appena 60 euro.
A seguito delle indagini, condotte dalla Procura di Vasto e dai carabinieri anche attraverso le intercettazioni telefoniche, il 28 febbraio 2013 i militari rintracciarono e arrestarono Mathaoui, marocchino che allora aveva 36 anni, a Barletta, dove si era rifugiato da alcuni suoi connazionali.
Al cospetto dei magistrati di Vasto, l’uomo rese un’ampia confessione. La condanna di primo grado gli fu inflitta il 22 ottobre 2013 al termine del processo, svoltosi con rito abbreviato.