Cyberbullismo, privacy, virus, truffe telematiche e tanto altro ancora nell’incontro che si è svolto nell’Aula magna dell’Istituto tecnico “Spataro” di Gissi e ha coinvolto i ragazzi dell’Omnicomprensivo. Un primo incontro, infatti, ha riguardato gli alunni delle medie e il successivo quelli delle superiori.
Ospiti d’eccezione per l’incontro organizzato dalla professoressa Francesca Evangelista nella scuola diretta dalla dottoressa Aida Marrone, i rappresentanti della Sezione di polizia postale di Chieti, il sostituto commissario Antonio Di Verniere e l’assistente capo Dante Ciaschetti, i quali hanno illustrato ai tanti ragazzi presenti le insidie della rete.
Attenzione particolare è stata posta sul tema del cyberbullismo, anche attraverso la visione di un video esplicativo, un fenomeno che – come ricordato dal sostituto commissario Di Verniere – può portare a casi estremi, come dimostrano recenti episodi di cronaca nazionale: “La regola è una: non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi“. Nel dettaglio, poi, Di Verniere ha spiegato come “ciò che è considerato reato nella vita reale, è reato anche in quella virtuale“; quindi offese, prevaricazioni, aggressioni fisiche, verbali o attraverso foto che danneggiano la vittima sono perseguibili nei termini di legge, e poco importa se il reato si consuma in rete. Un reato che può emergere anche a distanza di tempo: “Tutto quello che scrivete, rimane scritto, così come rimane il materiale che vi scambiate o fate girare. Può succedere che se anche la vittima non parla, a distanza di tempo i famigliari si accorgano che qualcosa non va, rilevano dei disagi, e possono far partire denunce. Poi si tratta di pagare avvocati, risarcimenti danno e quant’altro. Senza contare che, una volta che venite ‘etichettati’ in un certo modo, può diventare difficile perfino trovare lavoro, perché nessuno vuole intorno persone propotenti e prevaricatrici”. A tutti, comunque, l’invito a non chiudersi in se stessi, quando si affrontano situazioni del genere, ma parlarne.
Affontati inoltre i temi della privacy e i rischi legati alle chat. Il consiglio, soprattutto per quanto riguarda i social network, è quello di tenersi in contatto esclusivamente con persone che si conoscono bene nella vita reale e non dare le proprie password nemmeno agli amici pià stretti: “Si può litigare, ci possono essere degli screzi e il vostro amico può usare la vostra password per farvi dei dispetti e diffondere materiale a nome vostro”.
Capitolo a parte, quello dei virus, in special modo ramsonware, che criptano i file chiedendo un “riscatto” per riaverli (qui l’articolo a riguardo): “Non pagate” ha raccomandato il sostituto commissario Di Verniere. “Anche perché se lo fate, continueranno a chiedervi soldi”.
Con un uditorio un po’ più maturo, inoltre, oltre a ricordare tutti i rischi legati all’uso di internet, la polizia postale ha anche messo in guardia dalle sextortion, ricatti sessuali effettuati sempre grazie alla rete: una bella ragazza che ci contatta, qualche messaggio per sciogliere il ghiaccio e poi videochiamate, sempre più intime. Fino a quando arriva l’amara sorpresa: è stato tutto registrato e se non si paga il video finisce online. Per i più grandi, anche le raccomandazioni per quanto riguarda gli acquisti in rete. Sono infatti all’ordine del giorno le denunce per pagamenti effettuati per articoli che poi non vengono spediti.