È entrato nel vivo il maxi processo scaturito dall’operazione Adriatico che nella giornata di oggi presso il Tribunale di Vasto, ha registrato le richieste da parte dell’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, David Mancini e Antonietta Picardi, che hanno chiesto pene dai 2 ai 17 anni di reclusione per i numerosi imputati del maxi processo. Complessivamente, le pene richieste ammontano a 549 anni e 10 mesi.
Lunghe e complesse, per via del gran numero di imputati, le operazioni preliminari del processo e le successive udienze, durante le quali si è proceduto all’ammissione delle prove, con le relative eccezioni sollevate dal collegio difensivo e valutate da quello giudicante, e alla nomina del perito e dell’interprete per le intercettazioni ammesse al processo. Tanti imputati e, naturalmente, anche tanti avvocati; solo del Foro di Vasto, infatti, impegnati gli avvocati Marisa Berarducci, Angela Pennetta, Giovanni e Antonino Cerella, Alessandro Orlando, Massimiliano Baccalà, Antonio Ottaviano, Paolo Del Viscio, Elisa Pastorelli, Nicola e Agostino Chieffo, Raffaele Giacomucci, Fiorenzo Cieri, Arnaldo Tascione e Antonella Mancini. Diversi anche gli avvocati provenienti da fuori regione, di cui uno rappresentato in sostituzione dall’avvocato Gianni Menna. Il collegio giudicante, invece, è formato dal presidente Bruno Giangiacomo e dai giudici a latere Fabrizio Pasquale e Stefania Izzi.
Ben 84 gli indagati a seguito dell’operazione dei Ros di L’Aquila e 31 le misure restrittive nei confronti di altrettanti imputati: 18 custodie cautelari in carcere, 11 ai domiciliari e 2 obblighi di dimora. Pesanti le accuse contestate: associazione finalizzata all’estorsione e allo spaccio di stupefacenti.
L’operazione dei carabinieri era scattata durante la notte del 5 febbraio 2014, dopo un’attività investigativa partita nel 2012, coinvolgendo sia il territorio vastese, con Vasto, San Salvo, Gissi e San Buono, che quello regionale, nei territori di Francavilla al Mare, Pescara e Guardiagrele. L’operazione aveva anche varcato i confini regionali, coinvolgendo Marche, Puglia e Campania.
Dopo le richieste dei pm della Dda di L’Aquila, il collegio giudicante ha provveduto ad ascoltare i rappresentanti delle parti civili e i primi avvocati difensori. Gli interventi della difesa, infatti, sono stati suddivisi in più udienze.