Un’epatite tossica da ecstasy, 12 ore di intervento chirurgico, assunzione di farmaci per tutta la vita, una lunga cicatrice sul torace. “Siete pronti ad affrontare questo e molto altro ancora?”. È la domanda di Giorgia Benusiglio agli studenti del I.I.S. “Mattioli” di San Salvo, “Pensateci se siete pronti quando dovrete scegliere se prendere una pasticca di ecstasy”.
La giovane è impegnata oggi in una serie di eventi destinati a scuole e adulti per raccontare la propria esperienza: a fine 1999, 17enne, assunse in discoteca lo stupefacente cambiando per sempre la propria vita. “Avevo bisogno di un trapianto, avevo ancora 6 ore di vita. I medici non sapevano come fare – ha ricordato di gettito – ero uno dei rari casi in italia, il secondo. Per fortuna arrivò il fegato della donatrice, Alessandra, ma era più grande e sono iniziati i problemi respiratori. Un mese e mezzo in terapia intensiva, ogni respiro un dolore lancinante, alimentazione tramite endovena, il mio peso è sceso a 27 chili”.
Il racconto è stato diretto, senza giri di parole: “Sareste in grado di affrontare tutto questo? Non riconosci il tuo viso, prima dimagrisci poi ti gonfi a causa dei farmaci. Perdi i capelli. Poi arrivano gli sfoghi causati sempre dai farmaci che ancora, seppur assunti in misura minore, mi salvano la vita evitando il rigetto. Io ero una persona sana, ora sono diventata una paziente a vita. Per 11 anni ho studiato danza classica e moderna, era la mia passione, l’ho dovuta accantonare. Non voglio farvi la predica, ma vi chiedo se sareste pronti a tutto ciò”.
Non esistono persone immuni dagli effetti delle droghe. La Benusiglio su questo ha sottolineato “Prima o poi tutti pagano il conto. Non posso dirvi che chiunque prenda una pasticca avrà la mia sorte, farei cattiva informazione, ma a distanza di anni le conseguenze arriveranno”, ricordando tanti amici devastati nel fisico e nella mente dall’assunzione prolungata di stupefacenti finiti in carcere o ai margini della società.
La giovane a 19 anni è stata colpita da un tumore all’utero – conseguenza delle cure post-trapianto – per il quale ha dovuto subire altri due interventi. Oggi Giorgia vive grazie al fegato di una coetanea, Alessandra, deceduta dopo un incidente in auto.
Da quel drammatico evento la Benusiglio è in un continuo “tour” tra scuole e giovani; un’opera di sensibilizzazione iniziata dal padre, Mario, sulla scia di una promessa dopo il trapianto.
La testimonianza ha colpito i ragazzi in ascolto in religioso silenzio. Una mattinata contraddistinta ancor più dalle forti emozioni con il toccante intervento di una giovane studentessa del “Mattioli” che nella sua breve vita ha già conosciuto il tunnel delle droghe pesanti e di una difficile situazione familiare, “Oggi non posso dire di stare bene e che tutto è passato, ma sto riacquistando la fiducia di mio padre e voglio andare avanti”, lungo e commosso l’abbraccio tra la ragazza e l’ospite della giornata.
Presente per l’occasione anche l’assessore Maria Travaglini che ha collaborato all’iniziativa. A fine evento la dirigente Esther Castaldo – anche lei non ha nascosto l’emozione – ha ringraziato la Benusiglio e ha promesso: “È solo uno dei piccoli semi che stiamo gettando e che speriamo germoglino in futuro”.