Siamo andati a trovare il sindaco di Fraine, Vincenzia Di Iorio, alla prima legislatura in scadenza in primavera. Oltre ad amministrare uno dei comuni dell’Alto Vastese più colpiti dallo spopolamento, conosce bene i problemi dei pendolari viaggiando ogni giorno per recarsi al lavoro alla Denso di San Salvo. In cinque anni ha visto tagli ai trasferimenti dallo Stato, frane e strade chiuse, ma non solo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Qual è stato il percorso che cinque anni fa ti ha portato a correre per la carica di sindaco di Fraine, ti sei sempre interessata alla politica?
No, diciamo che più nella politica, il mio impegno è stato sempre in ambito sociale per il paese. È stato questo impegno ad avermi portato poi ad accettare la nuova sfida e a occuparmi di Fraine anche dal punto di vista politico oltre che da quello in ambito associativo e parrocchiale.
Mai pensato “Chi me l’ha fatto fare?”?
Sinceramente non pensavo fosse così dura. Venivo dall’esperienza di assessore, una volta qui ci si rende conto che in prima persona è tutto diverso dal punto delle responsabilità, ma non solo. Il paese è piccolo e il sindaco è visto come la figura di riferimento alla quale rivolgersi per qualsiasi problema.
Io l’ho presa come una missione e andando avanti mi rendo conto sempre di più che è così.
Fraine, poco più di 300 abitanti, alle ultime elezioni è diventata nota per un clamoroso pareggio. Rispetto ad altri comuni dove ci sono difficoltà per comporre due liste, qui le contrapposizioni restano forti, come mai?
Sì, forse perché c’è ancora un certo orgoglio personale nel rivestire questa carica per affermare “Ci sono, voglio fare qualcosa per il paese”. Cinque anni fa ci fu questa lotta, ma poi la contrapposizione è andata scemando, i membri della minoranza si sono dimessi a cascata a partire dal candidato sindaco.
Situazione spopolamento, Fraine è tra le più colpite…
Sì, purtroppo è tra i comuni più toccati e il fenomeno si è accentuato ultimamente, soprattutto negli ultimi due anni. Sicuramente tra le cause maggiori c’è la viabilità che ci penalizza tantissimo. Tante famiglie con i ragazzi che devono raggiungere le scuole superiori decidono di non viaggiare più, ma di trasferirsi.
Scuola e strade, un binomio che si è riproposto in negativo l’anno scorso con l’enorme frana che ha cancellato parte della Provinciale per Castiglione Messer Marino. Milioni per l’Alto Vastese, Masterplan, annunci, qual è la reale situazione delle strade che interessano questa zona?
Per quanto riguarda la Provinciale per Castiglione, è stato presentato il progetto definitivo, è stato finanziato e a febbraio dovrebbe partire la gara per l’affidamento dei lavori. È però ormai passato un anno e siamo fortemente penalizzati, bisognerebbe accelerare i tempi. Si parla di una somma complessiva di circa 2 milioni per una variante, la strada dovrebbe arretrare.
Abbiamo poi chiesto interventi sulla Fondovalle Treste, in zona Ponte Carunchio. Ci hanno detto che ci sono soldi a disposizione e i lavori sono stati affidati al Genio civile. Stiamo sollecitando perché inizino al più presto.
Può essere questa l’emergenza che più ti ha preoccupato durante il mandato?
Sì, certamente, insieme al tema dello spopolamento è questa la maggiore emergenza di questi anni. Quei giorni sono stati duri.
Quella frana vi ha creato e vi crea problemi anche con la scuola…
Ci sono state grosse difficoltà, per le quali abbiamo chiesto aiuto anche al Prefetto. Appena crollata la strada non è stato semplice gestire la situazione. Molti ragazzi volevano continuare il ciclo di studi a Castiglione Messer Marino, istituto comprensivo al quale siamo legati.
Noi abbiamo messo a disposizione lo scuolabus per Roccaspinalveti, non potevamo fare altrimenti. Altri ragazzi con mezzi privati e con l’aiuto della Protezione civile continuano ad andare a Castiglione su una strada secondaria.
Restando sulla scuola, tema ricorrente, quello dei poli: può essere una soluzione un polo nella valle del Treste come proposto dal primo cittadino di Roccaspinalveti?
Per posizione geografica noi siamo stati esclusi dai progetti che riguardano la valle del Trigno, ma le scuole per noi – come penso per altri comuni – restano un grosso problema. È stato dato per scontato che continueremo con l’istituto comprensivo di Castiglione, ma i problemi ci sono a partire dalle strade… è un cane che si morde la coda.
Quello del polo sulla fondovalle Treste può essere un’idea per tanti comuni, Fraine, Roccaspinalveti, Carunchio, Liscia ecc. anche se secondo me la proposta dei poli unici arriva un po’ tardi. Ripeto, però, che al centro resta il problema delle strade, non ci si può unire, anche dal punto dei servizi, se non ci si può spostare.
Oggi, quale sarebbe la misura più urgente da adottare per ridare vita a questi comuni?
Penso sia quella dell’associazione di tutti. Bisogna unirci e collaborare abbattendo i campanilismi che ancora ci sono tra noi piccoli comuni.
Un’eventuale unione però dev’essere fatta dando stessi diritti e doveri a tutti, senza qualcuno che prevalga sugli altri. Noi ora ci stiamo provando associando le funzioni con Schiavi d’Abruzzo, Castiglione Messer Marino, Castelguidone e Roccaspinalveti.
A proposito di vitalità, d’estate a Fraine tornano tanti emigranti vicini e lontani. Quanto sono importanti le manifestazioni culturali [LEGGI] per tenere unità una comunità almeno in questo periodo?
I frainesi hanno questa caratteristica, l’attaccamento alla propria terra. Tutti quelli che sono stati costretti ad andare via tornano e spesso sono proprio loro quelli che più si danno da fare per organizzare qualcosa per il paese. Le attività vengono realizzate non senza difficoltà, grazie all’aiuto di chi torna. Noi sosteniamo la Pro Loco nell’organizzazione di queste manifestazioni che seppur piccole contribuiscono a mantenere una certa vitalità.
Frainesi di ritorno, tra questi c’è Giuseppe Rossi. Qual è il suo rapporto con Fraine? Avete mai pensato di farne un “ambasciatore” del paese?
Lui appena può torna e devo dire che è stato sempre disponibile. Qui ha ancora legami famigliari e bei ricordi di quando tornava tutte le estati. Ci abbiamo pensato, ma bisogna conciliare gli impegni. Sicuramente la sua disponibilità non mancherebbe, anche quando torna per un giorno non esita a partecipare ai nostri appuntamenti.
Si parla di differenza di trattamento nei confronti delle donne nei “posti che contano”. Nel piccolo del tuo ruolo lo hai riscontrato da parte di enti sovracomunali, colleghi ecc.?
Sinceramente no e per fortuna sono in buona compagnia con colleghe come Aurore Rossi di San Giovanni Lipioni, Cristina Lella di Torrebruna, Tiziana Magnacca di San Salvo.
Sempre a proposito dei tuoi colleghi, si lotta tutti insieme per lo stesso territorio?
“Ni”, non c’è pieno accordo e quando c’è sembra forzato in tante occasioni. Diverse problematiche sono comuni e spesso si è costretti a risolverle insieme, però quell’unione ideale non c’è.
Il ruolo di sindaco si deve conciliare già con la famiglia e gli impegni personali. Diversi tuoi colleghi con un lavoro dipendente usufruiscono dell’aspettativa, tu ci hai rinunciato, non è un ulteriore sacrificio?
È dura, è vero che il paese è piccolo ma dobbiamo rispondere a tutti i problemi dei cittadini che in giornate particolari si uniscono a quelli del lavoro e a quelli di casa. Per quanto riguarda i problemi amministrativi li gestisco insieme agli altri, devo dire che ciò che ci ha aiutato in questi anni è stato il gruppo.
Io ho deciso di continuare a lavorare perché quando lasci per un po’ e poi rientri non ritrovi la stessa situazione. Cerco di conciliare il tutto, anche perché il lavoro che faccio mi piace.
Che bilancio tracci di questi anni?
Beh, quando sono partita pensavo di poter realizzare molto di più, invece una volta che si è dentro ci si rende conto dell’esistenza di tanti paletti e ostacoli che non ti permettono tutto ciò avevi in mente. Sono stati un po’ difficili questi 5 anni. Appena eletta, hanno tagliato del 60% i fondi per il sociale e abbiamo dovuto mantenere gli stessi servizi con molti meno soldi. Poi le frane, strade chiuse, insomma tutta una serie di grosse problematiche.
Una domanda ora è d’obbligo… in primavera cosa farai?
È ancora un’incognita, stiamo ragionando insieme… insomma… no comment!
La scheda di Vincenzina Di Iorio
Nata: 28/05/1974
Stato civile: nubile
Risiede a: Fraine
Professione: impiegata
Sindaco dal maggio 2011
Schieramento di elezione: Impegno per il paese (lista civica)
Precedenti incarichi istituzionali: assessore nella precedente amministrazione
Numero residenti Comune: 344
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