La partita degli ex tra ‘cugini’-vista la distanza di pochi chilometri- con obbiettivi e motivazioni differenti. Di titoli per questa sfida se ne potrebbero trovare diversi e sicuramente la parola ‘derby’ risulta essere in queste circostanze più che inopportuna. All’Aragona questa domenica la Vastese ospiterà un Cupello rinvigorito dall’ottima prestazione contro il Paterno (1-1), dovendo stare attenta ai rossoblù che, inseguendo ancora l’obiettivo salvezza, faranno di tutto per bloccare la corsa dei biancorossi. Una partita nella quale i ragazzi di mister Colavitto avranno bisogno di esprimere tutte le proprie qualità e farlo al meglio, senza pensare di poter sottovalutare un avversario ostico e imprevedibile come il Cupello. Ostico e imprevedibile, ma anche incostante in termini di continuità di risultati. Una stagione, quella dei cupellesi, sin qui caratterizzata da periodi alterni. Proprio a fronte di rendimenti non continui, Martelli e compagni hanno bisogno di portare punti a casa da qui al termine del campionato per mettere al sicuro la permanenza in questa categoria. Tra il primo ed il secondo tempo si terrà la cerimonia d’intitolazione dell’attuale Sala Stampa dello Stadio Aragona a Dante Marramiero [LEGGI].
Guardando al risultato della gara di andata (3-0 per i biancorossi al Comunale) e alla differenza di punti che c’è in classifica tra le due formazioni (24 punti), qualcuno potrebbe anche pensare che domenica per i vastesi sarà una passeggiata. In realtà sarà tutt’altro che facile. Se si guardano ai nomi delle due rose e alla provenienza dei propri giocatori, quella tra Vastese e Cupello sarà anche e soprattutto la gara degli ex. I vari Avantaggiato, Benedetti, Berardi, D’Adamo, Cardone e D’Antonio – quest’ultimo molto corteggiato a metà anno dalla Vastese- da una parte e Natalini (con un passato alla Virtus Cupello) e Persichitti (nel Cupello fino a dicembre) dall’altra, scenderanno in campo contro la propria ex squadra avendo una motivazione in più per fare bene. A questa lista va aggiunto il nome di Massimo Marconato, portiere attualmente in forza al Cupello e rimasto nei cuori dei tifosi vastesi per il contributo dato alla Pro Vasto ai tempi della serie C2. Stavolta è a lui che ci siamo rivolti per comprendere meglio quali sono le premesse di questa sfida.
Dopo aver pareggiato col Paterno, questa settimana proverete a bloccare la Vastese. Come pensate di battere la capolista? Domenica sarà davvero difficile. Giocheremo contro la prima in classifica e questo la dice lunga sulla difficoltà di questa sfida. Fino ad ora abbiamo avuto un rendimento altalenante. Eravamo riusciti a trovare la giusta continuità di risultati nella seconda parte del girone di andata. Poi le due sconfitte consecutive con Capistrello e Acqua e Sapone ad inizio 2016 non ci hanno aiutato ed ora non possiamo di certo ritenerci tranquilli. La salvezza non è ancora arrivata e dietro di noi le inseguitrici aspettano un nostro passo falso. Dobbiamo stare attenti ed evitare errori, partendo già da questa domenica. La Vastese, dal canto suo, ha tutte le carte in regola per raggiungere il suo obiettivo. Credo che se la giocherà fino alla fine con il Paterno. Ha forti individualità ed una rosa di livello. Di punti deboli da trovare ce ne sono davvero pochi e forse l’unica pecca, se così possiamo dire, è che hanno una panchina un po’ corta. Noi, lo ripeto, non possiamo permetterci di commettere errori e naturalmente proveremo a bloccare la loro corsa.
Quest’anno a Cupello pur trovando non tanto spazio. Ti reputi soddisfatto? Ho scelto Cupello consapevole del ruolo che avrei avuto in questa squadra. Qui si punta sui giovani e poter far crescere un portiere come Tascione è una cosa che faccio con piacere. Naturalmente è normale che il desiderio di giocare sempre c’è. Cerco di mettermi a disposizione della squadra nella maniera migliore possibile.
Tra voi e la Vastese ci sono 24 punti di differenza. Vi sentite così lontani- in termini di qualità e valore- dalla capolista? La classifica dice questo. Se ci sono tutti questi punti di differenza un motivo c’è e bisogna prendere per buono ciò che dice la classifica. Noi dobbiamo stare attenti alle inseguitrici e siamo costretti a guardaci dietro. La Vastese è stata costruita per vincere il campionato ed ha tutt’altri obiettivi rispetto ai nostri. Con il fatto, però, che dobbiamo fare meno errori possibili da qui a fine stagione, credo che questo ci porti a giocare questa sfida con il massimo della concentrazione.
Tutti ricorderanno il Massimo Marconato dei tempi della Pro Vasto. Pensando a quei due anni, cosa ti viene in mente? Gli anni alla Pro Vasto di certo non li ho dimenticati e non li dimenticherò. Sia con la gestione Litterio che con quella di Crisci mi sono tolto delle soddisfazioni, così come penso che la città abbia fatto. Il primo anno ci siamo salvati, mentre il secondo abbiamo partecipato ai playoff. Poi sono andato via, ma alla fine, essendomi sposato con una vastese, sono tornato a vivere qui. Nella mia vita ho girato e vissuto in tantissime città d’Italia, ma è a Vasto che ho scelto di abitare. Domenica sarà bello tornare all’Aragona anche se, devo dire, dispiace un po’ vederlo messo in queste condizioni. Negli ultimi anni è stato lasciato al suo destino e questo è stato davvero un errore.
E la parentesi con la Vastese nella stagione 2012-2013? Qualcosa non è andato nel verso giusto. Cosa è accaduto in quell’occasione? Nel calcio può succedere. Ero tornato, ma poi ho scelto di andarmene in silenzio senza dare troppe giustificazioni. Anche oggi non mi sembra il caso di tirare fuori ciò che è accaduto, ma certamente rimango dell’idea che nella vita bisogna avere carattere e non è mai cosa buona permettere a qualcuno di metterti i piedi in testa. Alcune cose non mi sono piaciute, ma è andata così e fa parte del passato.
Hai girato moltissime città d’Italia e vissuto il mondo del calcio nei suoi tanti aspetti. Cosa è cambiato da ieri ad oggi e quali sono secondo te gli aspetti che vanno migliorati? Il calcio in questi anni è cambiato tantissimo. Uno degli aspetti che hanno rovinato a mio avviso la qualità dei campionati è stata l’introduzione della regola dei fuoriquota nelle categorie inferiori. Se questa regola fosse stata applicata nelle serie maggiori prima e poi in quelle minori, allora sarebbe risultata utile. Così invece il rischio è di illudere molti ragazzi e di non migliorare la qualità dei campionati.
Quanto ancora pensi di giocare? Finchè il fisico me lo permette io voglio continuare. Credo che per questa categoria possa spararmi ancora delle cartucce e quindi ancora non ci penso a fermarmi.