La magistratura vuole vederci chiaro. Per questo, il procuratore capo, Giampiero Di Florio, ha inviato la guardia di finanza di Chieti nella sede del Consorzio di bonifica Sud di Vasto.
Negli uffici di contrada Sant’Antonio Abate, le Fiamme gialle hanno sequestrato centinaia di faldoni in cui sono racchiusi i documenti che certificano un decennio di gestione economica dell’ente, i cui 28 dipendenti devono ancora ricevere numerosi stipendi arretrati.
La Procura e i militari ora passeranno sotto la lente d’ingrandimento cifre e documenti relativi soprattutto agli incarichi di progettazione e alle consulenze.
Conti in rosso – Dieci milioni di euro: è la cifra che identifica il debito accumulato dal Consorzio di bonifica nelle gestioni precedenti, succedutesi nel corso di un decennio conclusosi col commissariamento, deciso dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che ha nominato, nel giro di circa un anno e mezzo, tre commissari straordinari: prima Sandro Annibali, poi Giampiero Lembroni, infine Rodolfo Mastrangelo, in carica da circa un mese.
D’Alfonso chiese l’indagine – Un’inchiesta della magistratura era stata invocata due settimane fa proprio da D’Alfonso. Nel presentare a Vasto, nell’aula consiliare Vennitti del municipio, il master plan delle opere pubbliche per l’Abruzzo finanziate dal Governo Renzi, il governatore abruzzese aveva invocato a gran voce l’intervento della magistratura: “Vorrei che i giornalisti lo scrivessero: voglio un’inchiesta penale e ho detto a Leombroni”, che per breve tempo è stato commissario straordinario del Consorzio di bonifica e da poco si è insediato alla guida dell’Arap (agenzia regionale per le attività produttive), “di portare i documenti alla magistratura. Sulla diga di Chiauci al Consorzio di bonifica di vasto c’è stata una sarabanda di progettisti”, ma non è ancora terminata la costruzione dell’invaso la cui ultimazione è attesa da un trentennio per risolvere la carenza idrica del Vastese e del vicino Molise: “La diga di Chiauci – ha attaccato D’Alfonso – per troppi anni non è stata riempita di acqua ma di progettisti nominati dagli amministratori che si sono avvicendati alla guida del Consorzio di bonifica di Vasto”.