“Sbagliata e tardiva”, così consigliere comunale di Cupello, Camillo D’Amico, giudica l’iniziativa promossa dai sindaci dei comuni di San Salvo, Cupello, Monteodorisio, Scerni e Villafonsina che hanno dato mandato ad un legale per predisporre il ricorso al Tar Abruzzo contro la nomina del commissario del consorzio intercomunale dei rifiuti Civeta di Cupello (qui la notizia).
“L’annuncio del commissariamento – ricorda D’Amico – fu dato a fine novembre 2014 in una pubblica manifestazione a Cupello promossa dall’associazione politico–culturale ‘Il Cambiamento’ dall’ex assessore regionale, ora sottosegretario alla presidenza, Mario Mazzocca e, pur con un colpevole ritardo, si è concretizzata solo a novembre del 2015. Anche questo è stato il frutto di una non condivisibile scelta sin qui prodotta dal governo regionale presieduto da Luciano D’Alfonso di procedere spedito nel nostro territorio a continui commissariamenti, molti dei quali attraverso persone provenienti da fuori e senza la pur minima conoscenza delle reali problematiche del contesto che sono chiamati a ‘governare’. I commissariamenti dovrebbero rispondere ad una logica straordinaria cui dovrebbe corrispondere anche una durata temporale limitata e con obiettivi chiari e raggiungibili”.
Per D’Amico, infatti, “i commissariamenti, se ripetuti e prorogati, concorrono a bruciare le speranze di ripresa decisionale e di autodeterminazione di un territorio, piuttosto che rinsavirlo e stimolarlo nella capacità di selezionare la migliore classe dirigente, perché c’è una costretta cessione della propria sovranità. Nel caso del consorzio Civeta, però, i sindaci ricorrenti qualche colpa ce l’hanno, perché, come il caso di quello di Cupello, pur potendo, non provvedette a sostituire il componente di diritto che, per statuto, toccava nominare mantenendo lo stesso soggetto indicato dalla precedente amministrazione, già scaduto da tempo, così come l’intero C.d.A monco di un rappresentante. Questa era una cosa possibile, a cui però è mancato il coraggio decisionale; tutto ciò avrebbe potuto dare il là ad un rinnovo dell’intero C.d.A. così come alle necessarie modifiche di uno statuto vecchio per forma, contenuto e non rappresentativo di tutti Enti locali del territorio perché, quelli dell’interno, avevano delegato le due ex comunità montane soppresse del Medio e Alto vastese”.
“Adesso – conclude D’Amico – c’è il commissario e, piuttosto che inoltrare ricorsi inutili e tardivi, bene sarebbe che i sindaci tutti facessero squadra per difendere le peculiarità del consorzio Civeta nell’ambito della costituzione dell’Agir, si adoperassero per far comprendere al governo regionale l’importante centralità dell’impianto, chiedendo concreti investimenti finanziari non solo per un rilancio competitivo dell’impianto, necessario per il mantenimento dei livelli occupazionali, ma anche per la principale infrastruttura viaria di collegamento, fondovalle Cena, ridotta a poco più che una mulattiera e dagli stessi sindaci ricorrenti ricordata come possibile asse strategico di collegamento in un ipotetico percorso alternativo alla prevista variante Vasto–San Salvo della statale 16″.