“Le Regioni che sostengono il Referendum No Triv sono rimaste in 9. Infatti il consigliere delegato Lucrezio Paolini (IDV) ha ritirato la delega al professor Stelio Mangiameli. Tutto questo è stato deciso dalla Giunta Regionale ed il Consiglio Regionale non ne era evidentemente al corrente, visto il il contenuto comunicati diramati nella giornata di ieri da alcuni esponenti della minoranza”. È il comitato No-Triv Abruzzo a rilanciare la scelta della Regione Abruzzo, che si è sfilata, con decisione della giunta, dal fronte referendario sulle nuove trivellazioni petrolifere in mare Adriatico.
Al trapelare la notizia si è aperto il fronte delle polemiche. “L’Abruzzo ha rotto di fatto il fronte delle Regioni che si erano coalizzate contro il dilagare delle trivellazioni in mare – ha scritto Maurizio Acerbo -. La cosa più grave è che lo ha fatto non solo nascondendolo alla cittadinanza ma persino in maniera illegittima visto che il Consiglio Regionale è all’oscuro di tutto. Da quel che mi risulta l’Abruzzo ha deciso non solo di non affiancare le altre regioni nel conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, ma persino di ritirarsi definitvamente dalla compagine referendaria“. Anche il deputato Fabrizio Di Stefano ha espresso la sua perplessità sul ritiro della delega all’avvocato Mangiameli “per i quesiti referendari anti-trivelle. Può il presidente surrogare il Consiglio che ha deliberato in tal senso? Forse la Legge di Stabilità ha bloccato Ombrina, ma altre trivellazioni possono essere autorizzate“.
La posizione della maggioranza è affidata alle parole di Camillo D’Alessandro. “Noi abbiamo attivato l’iniziativa referendaria per fermare Ombrina di ferro. Risolto il problema definitivamente con la norma di legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, è cessata la materia del contendere. Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sul quesito restante, ci attiveremo con il Governo per estendere e allungare la protezione del mare blu oltre le 12 miglia e concorrere a risolvere il problema delle isole Tremiti delle regioni limitrofe e dell’intero Adriatico. Dal 20 gennaio riprenderemo l’iniziativa politica ed istituzionale in questo senso, battendoci come ci siamo adoperati per contrastare la nascita di Ombrina di ferro”.
“Si tratta di un atto gravissimo ed irresponsabile – commenta ancora il comitato No-Triv-; dell’ennesimo colpo inferto alla democrazia nel nostro Paese: non solo il Referendum non è più da tempo nella disponibilità di nessuno se non della Corte Costituzionale ma -volendosi spingere fino ad infrangere le regole- avrebbe dovuto essere il Consiglio Regionale, che rappresenta tutti gli Abruzzesi, a discutere e decidere se deliberare su questo drastico cambio di rotta”.